Rifondazione: Patrick Zaki condannato. La giustizia secondo i dittatori amici dell’UE

Rifondazione: Patrick Zaki condannato. La giustizia secondo i dittatori amici dell’UE

La condanna di Patrick Zaki a 3 anni di carcere, per reati di opinione, inflitta dal tribunale del Cairo, in via definitiva, è l’ennesima visibile dimostrazione dello stato della giustizia e della garanzia del rispetto dei diritti che vige nei Paesi con cui i governi europei, l’Italia in primis, stringono vantaggiosi accordi commerciali. Cosa conta la vita di uno studente da poco laureato a Bologna, così come contava la vita di Giulio Regeni, di fronte alla vendita di armi, sistemi di sicurezza, forniture di petrolio e chissà quanto altro? Per tutti i governi UE, come dimostrato nelle relazioni stabilite con Tunisia, Libia, Turchia, per fare esempi concreti, l’importante sono i profitti delle aziende e la possibilità di fermare chi cerca in Europa una via di fuga. Il sedicente “mondo libero”, avrebbe dovuto rompere immediatamente ogni relazione con i governi dei Paesi che si macchiano di crimini efferati. La condanna a Patrick Zaki è solo la punta dell’iceberg di un regime che detiene, illegalmente, decine di migliaia di detenuti politici. Il governo italiano ha il dovere di intervenire esercitando le giuste pressioni sull’Egitto ma è probabile che prevarrà anche questa volta la scelta di lavarsene le mani. Come Rifondazione Comunista e Unione Popolare, siamo accanto alla famiglia di Patrick, ai suoi compagni di studio a Bologna, a chi in Egitto come altrove subisce la repressione di regimi militari.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Stefano Galieni, responsabile immigrazione del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare


Sostieni il Partito con una



 
Appuntamenti

PRIVACY







o tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.