Rifondazione: raccolta firme per il salario minimo nelle località turistiche, dal Twiga a Venezia

Rifondazione: raccolta firme per il salario minimo nelle località turistiche, dal Twiga a Venezia

Come Rifondazione Comunista parteciperemo attivamente all’organizzazione delle tre giornate di mobilitazione per il salario minimo promosse da Unione Popolare per il 13,14, 15 luglio in tante città e località turistiche del Paese.
Con questa iniziativa, che si colloca all’interno della campagna di raccolta firme a sostegno della nostra proposta di legge di iniziativa popolare per un salario minimo di 10 euro agganciato automaticamente all’inflazione, vogliamo attirare l’attenzione su un settore – il turismo – in cui il fenomeno dei bassi salari si unisce a una abnorme diffusione della precarietà, del lavoro nero e grigio.
Per questo oltre che in centinaia di banchetti per la raccolta firme organizzati in tutta Italia saremo presenti con presidi e flash mob in città con grande presenza di turisti e di lavoratori e lavoratrici del settore come Roma, Venezia, Desenzano del Garda, Rimini, Napoli, Torino, Bari, Catania, Firenze e in luoghi come la Versilia dove saremo davanti al Twiga, concessione di una ministra che mentre insultava i percettori di reddito di cittadinanza prendeva i fondi dello stato e non pagava i dipendenti facendoli figurare in cassa covid mentre lavoravano.
E’ questa la realtà che si cela dietro le periodiche lamentele di proprietari di alberghi, bar, ristoranti, stabilimenti balneari sui lavoratori che non si trovano, le invettive contro i giovani fannulloni che pretendono troppe ferie e contro il reddito di cittadinanza.
Lo svelano i controlli dell’ispettorato del lavoro dai quali risultano altissimi tassi di irregolarità, 3 aziende su quattro, con vessazioni nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori su orari, turni, ferie e paghe da fame spesso in nero, contributi non versati.
Va meglio ma non troppo per chi è assunto regolarmente perché perfino i contratti firmati dai sindacati nazionali prevedono diversi livelli di inquadramento con salari tra i 6 e gli 8 euro lordi, cifre molto lontane dal garantire la vita dignitosa prevista dalla Costituzione.
La nostra proposta di salario minimo metterebbe fine alla piaga del lavoro povero che colpisce moltissime/i lavoratrici/tori specialmente giovani che questo settore lo fanno prosperare senza goderne i benefici e farebbe emergere col nero tanta evasione fiscale e contributiva a vantaggio di tutto il paese.

10 euro è il minimo!

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della rifondazione Comunista/Sinistra Europea


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