Rifondazione: Giornata mondiale del rifugiato e trionfo dell’ipocrisia

Pubblicato il 20 giu 2023

Risultano a dir poco imbarazzanti le dichiarazioni del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. L’Italia solidale di cui parlano, quella delle istituzioni che, osservando il dettato costituzionale, salvano i richiedenti asilo e fanno del nostro paese un campione della solidarietà sono semplicemente menzogne da rinviare ai mittenti. L’Italia realizzata da questo e da altri governi, accettata, firmandone le leggi, da questo e da altri presidenti è il Paese che ricaccia nei lager libici decine di migliaia di uomini donne e bambini, che pratica l’omissione di soccorso, come accaduto a Cutro, che fa business sulla repressione e sulla cosiddetta accoglienza, che propone leggi sempre più proibizioniste verso chi scappa da guerre, dittature, catastrofi climatiche. Anzi, alla vera Italia solidale, quella delle Ong, quella di chi disobbedisce a leggi ingiuste, è riservato il trattamento che i regimi post-democratici destinano a chi obbedisce a leggi più antiche, quelle del mare. Basta dichiarazioni e basta inutili lacrime da coccodrillo, si garantiscano ingressi legali in Europa, si operi per modificare gli accordi che hanno reso il continente una fortezza, si cessi di finanziare dittatori perché svolgono il lavoro sporco, Azioni concrete e non false prediche, altrimenti si abbia la dignità di affermare che l’Italia ha scelto la strada della distruzione del diritto d’asilo. Come per l’articolo 11 con cui si ripudia la guerra e gran parte dei fondamentali della Costituzione, anche l’articolo 10, che garantisce protezione a chi non vede rispettati nel proprio paese gli stessi diritti che ci sono qui, è lettera morta. Abbiano il coraggio di dirlo o ci risparmino le dichiarazioni di facciata.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Coordinamento Unione Popolare