Su Rosselli e Calenda

Su Rosselli e Calenda

Dopo il PD di Veltroni anche Azione di Carlo Calenda tenta appropriazione indebita di Carlo Rosselli intitolando la sua “scuola” col nome del rivoluzionario antifascista. Ci vuole la faccia tosta di uno come Calenda per associare i Rosselli a un Partito confindustriale come il suo. Alle ragazze e ai ragazzi che vengono turlupinati dal finto azionismo di Calenda consiglio di leggere oltre ai testi di Rosselli il libro che un grande azionista, di quelli veri, Ernesto Rossi dedicò a “Padroni del vapore” e fascismo (testo illuminante anche sulla matrice del governo Meloni).
Il neoliberismo è agli antipodi del socialismo liberale di Rosselli. Basta leggere il manifesto “per l’unificazione del proletariato italiano”:
“Nel socialismo vediamo l’idea forza animatrice di tutto il movimento operaio. La sostanza di ogni reale democrazia, la religione del secolo. Nel comunismo la prima storica applicazione del socialismo, il mito (assai logorato, purtroppo), ma soprattutto la più energica forza rivoluzionaria. Nel libertarismo l’elemento di utopia, di sogno, di prepotente, anche se rozza e primitiva, religione della persona. Affermiamo la necessità di una nuova sintesi”.

Nelle polemiche strumentali dagli anni ’80 si usano le citazioni degli anni ’30 di Togliatti, precedenti alla linea dei fronti popolari, per contrapporre i comunisti e Rosselli come se le posizioni di Rosselli si fossero fermate a ‘Socialismo liberale’ e quelle dei comunisti al periodo del socialfascismo.
La realtà storica è un’altra. Non solo Rosselli radicalizzò il suo socialismo, ma anche i comunisti cambiarono l’impostazione programmatica e ideologica, la tattica e la strategia dentro la lotta contro il nazifascismo.
Quella dei fratelli Rosselli è parte della storia del movimento operaio e socialista italiano che nell’antifascismo ritrovò la strada dell’unità e una nuova sintesi con la via democratica al socialismo che resta scolpita nella Costituzione antifascista e nelle lotte per la giustizia e la libertà della storia repubblicana.

Lucio Lombardo Radice, che si definiva “un comunista degli anni ’30″ (cioè di quella generazione di giovani che divenne comunista nella lotta antifascista e partigiana), scrisse negli anni ’70 in un libricino bellissimo “Un socialismo da inventare” che andrebbe ripubblicato:
“quella che ho chiamato prospettiva eurocomunista in Europa, è, in Italia, la ormai classica prospettiva democratica unitaria del movimento operaio. Di essa sono precursori, fondatori, esponenti, tanto Rosselli quanto Gramsci, tanto Nenni quanto Togliatti, tanto Morandi quanto Longo, tanto Terracini quanto Pertini.”
Rendiamo oggi omaggio a Carlo e Nello Rosselli, due martiri dell’antifascismo che non meritano operazioni ciniche e spregiudicate ma rispetto, memoria e studio.
Tutte le italiane e gli italiani di sentimenti democratici debbono eterna riconoscenza ai fratelli Rosselli, come a Matteotti, Gramsci, Amendola, Gobetti e a tutti i martiri dell’antifascismo e della Resistenza.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


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