Rifondazione: Verona come Abu Ghraib, il reato di tortura non si tocca

Rifondazione: Verona come Abu Ghraib, il reato di tortura non si tocca

Il Partito della Rifondazione Comunista esprime costernazione e indignazione per i reati contestati a un ispettore e quattro agenti di PS a Verona tra il luglio 2022 e marzo 2023.
Se fossero confermati i fatti descritti nell’ordinanza che ha disposto le misure cautelari, si delinea un quadro di assoluta gravità per il comportamento di un ufficiale e quattro agenti di PG che per razzismo, cinismo e disumanità ledevano la dignità delle persone fermate per accertamenti esercitando violenze fisiche e psicologiche e persino la tortura. E’ triste dover leggere fatti che ricordano Abu Ghraib: calci, pugni ed umiliazioni contro stranieri, senzatetto, persone in stato di fermo persino costrette a rotolarsi nell’urina.
Emerge un quadro assai negativo di presenza nelle forze dell’ordine di subculture fasciste e razziste incompatibili con l’ordinamento democratico.
Va sottolineata, non di meno, la professionalità e la fedeltà ai principi costituzionali della squadra mobile che, indagando su colleghi, non si è lasciata influenzare o intimorire. E’ un buon esempio di rispetto della Costituzione e della legalità ben differente dai tanti casi in cui si è cercato di coprire con omertà e depistaggi abusi in divisa e persino delitti. Ora si arrivi presto al processo. Le indagini di Verona confermano che il reato di tortura non va toccato. La destra e un certo sindacato ipercorporativo devono smetterla con le campagne per l’abolizione del reato di tortura e con la difesa d’ufficio degli abusi in divisa. Il garantismo vale per gli agenti inquisiti ma ancor di più per le vittime di abusi e violenze.
 
Maurizio Acerbo, segretario nazionale, Gianluca Schiavon, responsabile giustizia, Renato Peretti, segretario della federazione di Verona del Partito della Rifondazione Comunista


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