Continuare la lotta e respingere il golpismo di destra

Continuare la lotta e respingere il golpismo di destra

di Josè Reinaldo Carvalho ::

Gli eventi del 20 giugno mostrano che tendenze contraddittorie sono presenti nella grande ondata di movimenti popolari in tutto il paese. Abbiamo bisogno di riflettere su di essi. Il movimento popolare ha nell’attuale esperienza acquisito una mole di insegnamenti tale da sapersi orientare correttamente, e anche da non farsi strumentalizzare come massa di manovra della destra golpista.

In oltre 100 città, tra le quali 25 dei 26 capoluoghi, ci sono state manifestazioni di massa che hanno mobilitato più di un milione di persone. Un movimento civico, popolare, combattivo, giovane, irriverente e – per l’orientamento dei suoi organizzatori e la volontà della maggioranza dei partecipanti – pacifico. Ma la destra ha fatto passi importanti nella strumentalizzazione delle proteste e nel tentativo di deviarle per altri loschi fini.

Le dimostrazioni sono state infiltrate da provocatori che si sono esibiti in atti violenti e hanno assunto parole d’ordine politiche conservatrici. La trasformazione della lotta sociale e democratica in uno scenario di caos e disordine favorisce solo le forze che vogliono un colpo di stato di destra.

Le manifestazioni e i cortei avevano avuto sin dal loro inizio, due settimane fa, come asse portante quello della lotta per la riduzione delle tariffe del trasporto urbano o la loro totale gratuità. In una situazione in cui il trasporto è costoso e di scarsa qualità, con la congestione del traffico in città, la protesta si è ovviamente estesa e ha ottenuto un enorme sostegno popolare.

Allo stesso tempo, di fronte a contrasti evidenti e a disuguaglianze nei centri urbani, che sempre più assomigliano maggiormente a caotici agglomerati di persone che a città a misura dell’uomo e organizzate, la rivendicazione all’inizio relativa alla sola questione dei trasporti presto si è estesa ad altri argomenti ugualmente scottanti.

Inizialmente frainteso da parte delle autorità, visto il loro comportamento altalenante tra alterigia e repressione, il movimento si è trasformato in un gigantesco pronunciamento della popolazione nella lotta per i diritti sociali. Anche la protesta contro la spesa per la costruzione di stadi e altre strutture per la Coppa del Mondo 2014 – anche se sbagliata nella sua impostazione, fuorviante e incline alla violenza – era comprensibile.

Nonostante i limiti della piattaforma, le manifestazioni hanno rappresentato un progresso nella coscienza politica della popolazione. Con l’annuncio della riduzione delle tariffe di trasporto in decine di città – soprattutto a San Paolo, dove le proteste sono nate – è innegabile che la lotta sia stata vittoriosa ed è giusto ribadire un concetto: la lotta è un diritto sacro del popolo brasiliano, conquistato a fatica . Sempre vale la pena di lottare.

Il significato delle manifestazioni di questi giorni è stato proprio quello di festeggiare la vittoria e prepararsi per nuovi passi.

Ma attraverso l’incitamento  dei media al servizio di interessi antipopolari e antinazionali e di centri di potere che rimangono nell’ombra e il torbido lavoro attraverso alcuni reti sociali, si è manifestato il tentativo di far degenerare in chiave reazionaria la situazione, e le manifestazioni, in alcuni casi, sono state infiltrate da gruppi di provocatori, che ricorrono alla violenza, terrorizzano la popolazione, saccheggiano o cercano di entrare nel quartier generale di ministeri, comuni, banche e negozi.

Aggiunto a questo il pericolo di una deriva conservatrice che si esprime attraverso il lancio di slogan che sono chiaramente finalizzati alla destabilizzazione politica del paese, all’isolamento delle forze di sinistra e di al rovesciamento del governo. Pescando nel torbido della confusione politica e ideologica causata dai media, si promuove il rifiuto dei partiti politici e del governo, creando un clima favorevole ad avventure golpiste di matrice fascista.

La pressione per trasformare le manifestazioni in proteste di carattere conservatore contro il governo e i partiti di sinistra è stata tale che lo stesso Movimento do Passe Livre, che fino allora guidava le manifestazioni e che si proclama “autonomo, anticapitalista, orizzontale e apartitico” , si è ritirato dalla manifestazione tenutasi nell’Avenida Paulista. I militanti del MPL hanno iniziato a rendersi conto delle caratteristiche conservatrici presenti in alcuni discorsi, slogan e soprattutto nell’ostilità verso altre organizzazioni del movimento sociale e verso i partiti politici della sinistra.

Quella che avrebbe potuto essere una festa civile e democratica rischia di trasformarsi in una crisi politica e sociale. Mobilitare le persone in manifestazioni organizzate per chiedere diritti e riforme strutturali nel paese è compito imprescindibile dei partiti di sinistra e delle organizzazioni di movimento sociale, che rappresentano gli interessi e le aspirazioni del popolo brasiliano ad una vita decente, a una democrazia ampia e partecipativa e al progresso sociale.

Travisare queste aspirazioni, trasformando giuste proteste sociali in azioni violente per gettare il paese nel caos, serve a interessi antinazionali. Il popolo vuole avanzare nella costruzione della democrazia. Continuerà a lottare per il suoi diritti e respingerà le manovre golpiste della destra.

JOSE’ REINALDO CARVALHO
segreteria del Partito Comunista del Brasile (PCdoB)

traduzione per Marx 21 di Erman Dovis

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