Un ricordo di Peppino Impastato.

Un ricordo di Peppino Impastato.

Antonio Marotta

Nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 78, Peppino Impastato fu rapito e ucciso dalla mafia  con una carica di tritolo, dopo essere stato immobilizzato sui binari della ferrovia vicino Cinisi, comune in provincia di Palermo.
Sono trascorsi 45 anni.
Peppino veva 30 anni.
Venne inscenato un attentato in cui  Peppino apparisse come suicida, nel tentativo di depistare e distruggerne anche l’immagine e la memoria.
Furono i suoi compagni a ricostruire la verità,
rintracciando i brandelli del suo corpo, sparsi nei dintorni ed a rinvenire tracce di sangue su alcune pietre, all’interno di un casolare vicino.
Le modalità della sua barbara uccisione mostrano il fare feroce, subdolo e vigliacco della mafia
e la sua capacità di condizionare i poteri dello stato. Le indagini, distorte all’inizio del procedimento, lo davano come terrorista che era rimasto ucciso dal tritolo che avrebbe voluto piazzare in un traliccio della linea Ferroviaria.

Peppino pagò con la vita la sua coerente e coraggiosa battaglia contro i poteri mafiosi, che ha sempre attraversato le sue esperienze politiche e la sua militanza Comunista.

Nel ’65, quando Peppino inizia ad accostarsi alla politica, l’organizzazione mafiosa aveva già intriso e condizionato nel profondo la vita economica di Cinisi.
Peppino decide di votare la sua vita proprio alla lotta  al potere mafioso e per il comunismo.
Nel 1977 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata.
Peppino pose sin da subito le basi per un’impostazione politica di Radio Aut, la  cui vera novità di  fu rappresentata da “Onda Pazza”, «trasmissione satirico-schizo-politica».

Anche in questo Peppino aveva dimostrato la capacità di precorrere i tempi, di guardare al futuro. Oggi sarebbe stato con molte probabilità un pioniere della comunicazione antimafia nel web con la stessa forza e la stessa lungimiranza con le quali, nel 1977, fece irruzione nel mondo dei media con “Radio aut”

Fu militante di Lotta Continua, con Mauro Rostagno, e di Democrazia Proletaria.
Nel 1978 si candidò nelle liste di DP alle elezioni comunali, che si sarebbero tenute il 14 maggio.
Aveva accettato di candidarsi perché consapevole che agendo dall’interno delle istituzioni , avrebbe potuto incidere in modo significativo sulle politiche locali e sulle ingerenze degli interessi mafiosi.
La sua candidatura alle comunali fu per Peppino un periodo di massimo coinvolgimento.
I comizi di Peppino erano dirompenti, appassionati ed anche molto partecipati.
Forti furono le accuse lanciate alle forze politiche più legate agli interessi mafiosi di Cinisi.

L’ultimo comizio tenuto da Peppino fu quello del 4 maggio.
Aveva anticipato che avrebbe lanciato le accuse più gravi e puntuali contro i suoi avversari politici al comizio conclusivo del 10 maggio.
Peppino non potè fare mai quel comizio.
Lo fece al suo posto Umberto Santino che denunciò i mafiosi Badalamenti e Palazzolo come mandanti di quell’atroce delitto.
Occorreranno Trentatre  anni,  Il 5 marzo 2001,   per raggiungere la verità. La Corte d’assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a trent’anni di reclusione.
L’11 aprile 2002 anche Gaetano Badalamenti è stato riconosciuto colpevole e condannato all’ergastolo.

Pochi giorni dopo l’assassinio di Peppino gli elettori di Cinisi votano scrivendo il suo nome nella scheda elettorale, riuscendo ad eleggerlo simbolicamente al Consiglio comunale.

Peppino con la sua vita con le sue lotte rimane un punto di riferimento sempre attuale per il movimento comunista ed in particolare per quello meridionale.

Riuscì con la coerenza della sua vita e della sua militanza politica a plasmare non solo i compagni della sua generazione ma a divenire punto di riferimento morale e politico anche delle generazioni successive sino ad i giorni nostri

Peppino è degno di essere annoverato nel panteon delle  figure piu prestigiose del movimento comunista, una figura di militante Comunista pari a  quella piu conosciuta di Ernesto Guevara, il Che, ma anche di quelle di tante
donne e uomini che con la vita , con le  loro lotte con il loro esempio sono riusciti a superare il loro tempo entrando per sempre nella storia.
La sua memoria è divenuta impegno civile e politico della sua dolce mamma, la coraggiosa Felicia e del suo nostro caro compagno suo fratello Giovanni.

Le lotte di Peppino rimangono un punto di riferimento attuale per i comunisti ed il movimento antimafia:
“noi ci dobbiamo ribellare prima che sia troppo tardi prima di abituarci alle loro facce prima di non  accorgerci piu di niente”.

Una sua bellissima poesia:
Fiore di campo nasce
sul grembo della terra nera,
fiore di campo cresce
odoroso di fresca rugiada,
fiore di campo muore
sciogliendo sulla terra
gli umori segreti.


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