Rifondazione: ricordando Pio La Torre, un comunista ucciso dalla borghesia mafiosa

Rifondazione: ricordando Pio La Torre, un comunista ucciso dalla borghesia mafiosa

Per l’impegno di una vita, ecco perché fu ucciso Pio La Torre e con lui Rosario Di Salvo. Non solo per le lotte accanto ai braccianti, non solo per le battaglie contro la speculazione edilizia, la finanza mafiosa e la corruzione, ma anche per le politiche di emancipazione di una terra e di un Paese dalle logiche della guerra fredda, contro la militarizzazione della Sicilia e i missili cruise della NATO a Comiso, per la Pace.

Pio fu ucciso per la capacità di lettura della complessità che seppe rappresentare, perché fece emergere il connubio tra criminalità organizzata, politica nostrana, neofascismo e interessi sovranazionali.

Il pensiero di Pio La Torre, dirigente del Partito Comunista Italiano, rimane ancora oggi di grande attualità in un contesto in cui i venti di guerra dell’Ucraina attraversano l’Europa e i cui governi investono nella corsa al riarmo alimentando un circuito perverso piuttosto che in azioni diplomatiche e in politiche di pace e distensione.

Nel quarantunesimo anniversario della barbara uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, una delegazione di Rifondazione Comunista guidata dal Segretario provinciale di Palermo Frank Ferlisi, ha deposto dei fiori presso la lapide commemorativa nel luogo dell’uccisione.

Maurizio Acerbo – Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista
Frank Ferlisi – Segretario Federazione Palermo del Partito della Rifondazione Comunista

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