UNA GUERRA NON DICHIARATA

UNA GUERRA NON DICHIARATA

 

Ogni giorno, per migliaia di studenti si consuma un dramma silenzioso, che trova voce soltanto quando si trasforma in tragedia, in un loro gesto estremo. Dall’inizio dell’anno sono stati quattro gli universitari che hanno posto fine alla loro vita, cui andrebbero aggiunti tutti i tentativi di suicidio, dei quali la cronaca sovente non dà notizia.

E tutto ciò avviene nel disinteresse totale delle istituzioni, non soltanto inoperose nell’attuare iniziative vòlte a contrastare questa sciagura, ma addirittura colpevole nell’indirizzare, talvolta ope legis, la società e segnatamente la scuola verso una sempre maggiore competitività. Come giudicare diversamente la nuova denominazione Ministero dell’Istruzione e del Merito di quello che un tempo era il Ministero della Pubblica Istruzione? Come non scorgere nel numero chiuso all’accesso universitario un provvedimento mirato a impedire a una infinità di giovani di perseguire il proprio sogno lavorativo? E ciò, peraltro, in un Paese nel quale «la classe di origine continua a condizionare i destini occupazionali degli individui, creando disuguaglianze nelle opportunità degli individui» [dal cap. 3.1. del Rapporto annuale 2020 dell’ISTAT, riservato a Mobilità sociale, diseguaglianze e lavoro].

È doveroso che lo Stato italiano riprenda a guardare gli studenti come soggetti in formazione, a valutare il percorso compiuto e non il risultato conseguito, a investire, anche risorse economiche, in tutte quelle attività di supporto (didattico, psicologico etc.) essenziali per il benessere non soltanto degli studenti fragili.

Il Partito della Rifondazione Comunista pertanto appoggia le rivendicazioni espresse in questi giorni dai collettivi studenteschi e si rende disponibile a offrire loro sostegno nel caso di eventuali azioni di protesta e lotta.  

 

Partito della Rifondazione Comunista

Sinistra Europea della Sardegna

 


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