GRAMSCI, LE DESTRE E NOI

GRAMSCI, LE DESTRE E NOI

Desta sorpresa o scandalo presso i grandi giornali e diversi commentatori politici o intellettuali il fatto che nel recente convegno «Pensare l’immaginario italiano/Stati generali della cultura nazionale», promosso da esponenti e organizzazioni di destra, abbia avuto un certo spazio il richiamo a Gramsci.

Non è un fatto nuovo. Il primo fu forse il francese Alain de Benoist a elaborare l’idea di un “gramscismo di destra”, già negli anni 70. Il comunista sardo comparve poi nel Pantheon di grandi figure del passato a cui diceva di richiamarsi la destra italiana divenuta Alleanza nazionale, che a Fiuggi nel 1995 tenne il suo primo congresso. In seguito diversi politici o intellettuali neofascisti o postfascisti, italiani e stranieri, usarono richiamare positivamente il nome del pensatore italiano moderno più conosciuto nel mondo, quasi sempre per ricordare che era fondamentale, sulla via della conquista o del mantenimento del potere, dare rilievo anche e a volte soprattutto alla dimensione culturale e della battaglia delle idee. Inutile dire che si tratta di un richiamo a Gramsci molto parziale, spesso strumentale, ripetitivo e superficiale, raramente pregno di spunti originali e interessanti.

Noi della Internazional Gramsci Society Italia, che nello statuto abbiamo una sola pregiudiziale, quella antifascista, guardiamo con serenità a questi fatti non nuovi. Personalmente ritengo inutile anche ribadire che del fascismo Gramsci fu studioso e interprete, ma anche e soprattutto vittima.

Credo sia più importante ricordare a tutte e tutti che anche quest’anno come sempre la Igs Italia dà appuntamento presso la tomba di Gramsci, al Cimitero acattolico di Roma, il 27 aprile, anniversario della morte, per rendere omaggio alla memoria del grande comunista e marxista sardo. A presto!


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