EDITORIA: RENZI RIFORMISTA? POVERO TURATI

EDITORIA: RENZI RIFORMISTA? POVERO TURATI

La nomina di Renzi a direttore del quotidiano Il Riformista è coerente con la sua storia e con quella della testata. Il giornale esordì- CONTROLLA con la direzione di Antonio Polito, oggi firma del Corriere ma exPci-PDS-DS dalemiano, poi di area Margherita.

È l’aggettivo riformista che non si addice alla testata.

Un tempo i riformisti erano quei socialisti, come Bernstein o Turati, che si battevano con metodo gradualista per l’avanzamento delle classi lavoratrici e popolari e con l’obiettivo finale del socialismo.

Dagli anni ’90 si sono appropriati indebitamente della qualifica i neoliberisti che hanno come bersaglio proprio le conquiste a cui hanno concorso i riformisti con i rivoluzionari.

L’emblema di questa grande truffa è stato Tony Blair.

I riformisti, da Turati fino a Federico Caffè, erano al servizio della classe lavoratrice, mentre i neoliberisti sono di solito sponsorizzati dal padronato e dai super ricchi.

Con Renzi raggiungiamo l’apoteosi di questa appropriazione indebita.

Invece del quarto stato di Pelizza Da Volpedo in redazione appendera’ i ritratti di Margareth Thatcher, Marchionne e del principe saudita Bin Salman?

Di economia si occuperà Davide Serra?

Chi scrive non pensa che Renzi sia la causa ma piuttosto un prodotto della conversione al neoliberismo della ex-sinistra.

Non posso che esprimere al povero Turati la nostra solidarietà. Lui che scrisse l’inno dei Lavoratori confuso con l’autore del Jobs Act.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista


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