Aumenta l’inflazione. Più famiglie in povertà e più profitti per le imprese. Impariamo dalla Francia a reagire

Aumenta l’inflazione. Più famiglie in povertà e più profitti per le imprese. Impariamo dalla Francia a reagire

Antonello Patta*

Il costo della vita continua a colpire sempre di più l’Italia rispetto agli altri paesi e in Italia soprattutto i ceti popolari. I dati Eurostat dicono che l’inflazione a marzo nell’area euro dovrebbe attestarsi sul 6,9%, in Spagna al 3%, ma in Italia all’8,2%. Quindi non va proprio bene come ci raccontano le destre al governo e i media al loro servizio a partire dalla Rai.

Ma è guardando dentro questo dato generale che emerge come a essere colpiti duramente sono i ceti popolari i cui magri salari finiscono in gran parte nel carrello della spesa. L’inflazione sui beni alimentari registra infatti anche a marzo tassi sopra il 15% facendo ben capire perché i consumi delle famiglie siano diminuiti nel 2022, siano raddoppiate rispetto al 2021 le famiglie in gravi difficoltà a fare la spesa e tutte le stime prevedano un peggioramento nel 2023. Nel frattempo sono aumentati i profitti, sempre a due cifre, delle catene dei discount cui le famiglie popolari sono costrette a rivolgersi per far quadrare i conti. Tutto questo, il caro prezzi che non accenna a finire, avviene, lo denunciano fonti Bce, non a causa dello spettro degli aumenti salariali, che sono fermi e quindi diminuiscono, ma a causa degli aumenti ingiustificati dei profitti delle aziende che hanno colto l’occasione per aumentare i prezzi a dismisura.

Il governo cosa fa? Continua con le politiche di austerità del governo precedente verso i ceti popolari, taglia la spesa pubblica, colpisce i lavoratori e i poveri, mentre dirotta le risorse pubbliche a sostenere rendite e profitti, taglia le tasse ai ricchi e vara norme che favoriscono l’evasione e la corruzione.
La Francia indica la strada che in Italia sarebbe ancora più urgente percorrere: quella della ripresa delle lotte per aumenti generalizzati dei salari e delle pensioni, per una nuova scala mobile, per prezzi e tariffe calmierati. E occorre subito l’introduzione di un salario minimo per legge.

*Responsabile lavoro, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


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