Giovanni Impastato: “Mio fratello. Tutta una vita con Peppino” (video)

Giovanni Impastato: “Mio fratello. Tutta una vita con Peppino” (video)

La Federazione di Foggia ha organizzato a San Giovanni Rotondo e Ischitella la presentazione dell’ultimo libro di Giovanni Impastato “Mio fratello. Tutta una vita con Peppino”. I compagni attraverso le associazioni oltre alle iniziative di partito hanno promosso anche incontri nelle scuole. 
Peppino è un punto di riferimento per tutte le italiane e gli italiani onesti, è un eroe della lotta alla mafia riconosciuto da tutte/i.
Nel corso delle iniziative abbiamo ricordato anche che Peppino è stato un militante comunista, direi un rifondatore antelitteram che serbava le radici e reinventava le forme della politica. La sua era antimafia sociale, come abbiamo ribadito in una tesi approvata al nostro ultimo congresso scritta da Giovanni Russo Spena. 
Questo terzo libro di Giovanni Impastato contiene molte informazioni finora inedite che aiutano a conoscere meglio la storia di Peppino, della madre Felicia, della famiglia e il contesto umano e storico di una vicenda così importante nella storia del nostro paese.
Giovanni Impastato ha sottolineato che Peppino da ragazzo raccoglieva l’eredità delle lotte contadine che erano state represse dalla violenza mafiosa al servizio del blocco conservatore anticomunista con la strage di Portella della Ginestra e la mattanza di almeno cinquanta socialisti e comunisti negli anni ’40.
Ha anche ricordato come sia stato importante il ruolo dei comunisti per la maturazione del rifiuto della mafia di Peppino e suo.
È emersa dal racconto una figura fondamentale, quella di uno zio Matteo, cattolico ma che votava comunista, che li indirizzò verso la lettura de “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia e “Le parole sono pietre” di Carlo Levi. Poi fondamentale la figura di Stefano Venuti, il fondatore del Pci a Cinisi, che tutti conoscete grazie a “I cento passi”.
Sul film ‘I cento passi’ Giovanni ha raccontato un episodio importante. Al produttore fu fatto intendere che se le bandiere rosse alla fine del film avessero cambiato colore avrebbe potuto vincere l’Oscar. Ma quelle bandiere rosse erano quelle delle idee di Peppino e non si poteva cancellare la verità storica, come accaduto col carrarmato in un noto film italiano.
Maurizio Acerbo
Sulla pagina facebook del nostro circolo di San Giovanni Rotondo trovate il video dell’incontro

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