Piantedosi: l’arte di arrampicarsi sugli specchi

Piantedosi: l’arte di arrampicarsi sugli specchi

Il ministro dell’Interno del governo Meloni, riferendo in Commissione affari costituzionali della Camera, è stato sottoposto ovviamente a domande relative alla strage di Cutro. Imbarazzante il misero tentativo di non rispondere, di non dare conto della catena di comando che ha provocato almeno 67 vittime, di rimettersi ai tempi e ai poteri della magistratura laddove costituzionalmente avrebbe dovere di riferire quanto a sua conoscenza in parlamento. Non è ancora chiaro se e quando riferirà in aula, come richiestogli da molti, o se si affiderà alle sue missive per dimostrare totale assenza di responsabilità.

Neanche un accenno di scuse per le parole utilizzate nelle ore successive al naufragio, con boria ha rivendicato il merito di avere, anche in prospettiva, intrapreso un progetto di ristrutturazione radicale del proprio intervento di cui già si vedono gli effetti rispetto al passato. Nessuna volontà di spiegare come mai non si sia intervenuto in tempo per salvare almeno parte delle vittime, nessuna risposta a chi chiedeva di comprendere come mai, con tre ministeri che avevano i mezzi per farlo, non si sono messi in mare quelli che potevano non solo arrivare in tempo ma anche portare realmente soccorso.

Solo su un tema il ministro ha avuto buon gioco. A chi lo criticava rimpiangendo i passati governi ha ricordato, con malcelato cinismo, delle tante stragi simili verificatesi negli anni scorsi. Vero. Nessuna discontinuità, solo la scellerata serenità di chi sa bene che in Italia non corre alcun rischio di doversi trovare davanti ad un tribunale. Il ministro evidentemente in difficoltà ha ammesso che la strategia risolutiva per tanti anni proposta da Giorgia Meloni – blocco navale – era una bufala. La realtà infame è che dalla demagogia è nata la tragedia del mancato soccorso. Chiediamo le sue immediate dimissioni, crediamo che solo una corte internazionale penale possa ormai provvedere a indagare sull’operato suo e dei suoi degni predecessori.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile immigrazione Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea


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