Non si distrugga Left

Non si distrugga Left

Apprendo con stupore, da un comunicato di Stampa Romana, del licenziamento in tronco di Federico Tulli, da 17 anni firma di punta di Left. Nel leggere le motivazioni, l’avere avuto una collaborazione con un’agenzia per alcuni anni, dove peraltro ha promosso le caratteristiche e i contenuti di Left, sono rimasto senza parole. Secondo quanto riportato nello stesso comunicato, tale collaborazione, conclusa un anno fa, era nota sin dall’inizio all’editore di Left che avrebbe preso il provvedimento, a mio modesto avviso antisindacale, in maniera improvvisa. Da abbonato e lettore storico di Left, sono estremamente preoccupato per tale decisione. In pochi mesi quello che era settimanale è divenuto mensile, un altro valido redattore si è da poco dimesso, con la conseguenza che oramai tutto il lavoro già oltremodo gravoso ricade sulle spalle della direttrice, Simona Maggiorelli, e della redattrice Donatella Coccoli. Mi preoccupano simili provvedimenti perché alludono ad un’idea di ristrutturazione che rischia di privare il panorama già scarno dell’editoria in Italia, di uno dei pochi luoghi rimasti come agorà del dibattito politico e culturale nel vasto campo della sinistra. In merito alla serietà, all’onestà intellettuale e alla coerenza del lavoro di Federico Tulli parlano per lui i suoi articoli e i suoi libri, sovente scomodi, perché affrontano e portano alla ribalta anche internazionale i temi della laicità, degli abusi compiuti dal clero o, in altri casi, illustrano in maniera utile e originale la vitalità di contesti sociali e politici importanti come quello del continente latinoamericano. Da dirigente politico che promuove Left e che nelle sue pagine spesso si riconosce, mi arrogo il diritto di pensare che far deperire una esperienza storica così importante sia un danno per chiunque nel Paese ambisca ad una libera informazione. Mi auguro che l’editore torni sui propri passi, in caso contrario non rinnoverò l’abbonamento e chiederò alle compagne e ai compagni del mio partito che lo hanno sottoscritto di fare altrettanto.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista -Sinistra Europea


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