
Rifondazione: Dai taxi del mare alle navi pirata stessa demagogia xenofoba. Criminale chi nega salvataggio in mare
Pubblicato il 3 nov 2022
Da 10 giorni ci sono 3 navi nel Mediterraneo Centrale che hanno salvato quasi 1000 richiedenti asilo, fuggiti dalla Libia. Sono imbarcazioni delle ong, quelle che il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha definito “navi pirata”. L Humanity1 batte bandiera tedesca, l’Ocean Viking e la Geo Barents, norvegese. Entrambi i governi le hanno riconosciute ma Italia e Malta, i porti sicuri più vicini, rifiutano l’approdo. Il tempo è poco. Si prevede burrasca e sia gli equipaggi che le persone accolte sono stremate. Ma, in nome di un’assurda pretesa di difesa della sovranità nazionale e avvalendosi della richiesta, impossibile da soddisfare, di conoscere, prima di prendere qualsiasi decisione, provenienza e status dei fuggitivi, si cerca un alibi per lasciarli al loro destino. Piantedosi agisce in perfetta continuità anche se con stile diverso, rispetto a Minniti, Salvini e Lamorgese e li accomuna un comportamento inumano e vigliacco, utile solo a beceri calcoli di politica interna. Chi condanna al naufragio i profughi sta celebrando il tacito rinnovo del Memorandum con la Libia. Rifondazione Comunista chiede unicamente il rispetto delle convenzioni internazionali, che anche questo governo sta stracciando e la messa in stato d’accusa di chi si rende responsabile di sofferenze che potrebbero portare a tragiche conseguenze. Dai “taxi del mare” di Di Maio alle “navi pirata” di Meloni si ripete la stessa propaganda xenofoba sulla pelle di chi fugge da guerra, fame e conseguenze dei cambiamenti climatici.
Noi stiamo dalla parte dei pirati che salvano vite umane contro i criminali al governo.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra
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