Rifondazione: aggressioni omicide e indifferenza, ecco gli ingredienti del razzismo che dilaga

Rifondazione: aggressioni omicide e indifferenza, ecco gli ingredienti del razzismo che dilaga

Erano in pochi, fra gli italiani in piazza oggi a Civitanova Marche, a protestare contro l’uccisione orrenda di Alika Ogorchukwu, avvenuta ieri in pieno centro. Ci si affretta a dire che ” non si tratta di razzismo” ma quali sono le modalità che hanno portato l’omicida ad agire indisturbato? Alika è stato alla testa con la stampella con cui si aiutava a camminare dopo un incidente, la sua agonia è durata alcuni minuti mentre i passanti si scansavano con indifferenza o addirittura si fermavano a filmare con i cellulari. Oggi sua moglie chiede di non essere lasciata da sola dall’Italia, dichiara di voler guardare in faccia chi le ha tolto il marito, vuole capire il perché di tanto accanimento. Ma, sempre oggi, sempre nelle Marche a Recanati, per ragioni ancora sconosciute, un rispettabile cittadino italiano ha sferrato 20 coltellate ad un ragazzo del maghreb di cui ancora non si conosce l’identità e che è ricoverato in gravi condizioni. Nella tranquilla regione, amministrata dai seguaci di Giorgia Meloni – ma sarebbe diverso se ci fossero altri al loro posto? – pestare fino alla morte o accoltellare una persona è vissuto con indifferenza, vite che contano di meno. Torna in mente l’omicidio di Emmanuel Chiti, il 5 luglio 2016 a Fermo e la tentata strage di Luca Traini a Macerata, il 3 febbraio 2018. Eppure nel tessuto sociale di quella regione sono molte le realtà antirazziste e che praticano la convivenza come quotidianità. Ma quando diviene “normale” veder commettere atti di violenza estremi contro chi ha come sola caratteristica colore della pelle e tratti somatici diversi, viene da interrogarsi. E l’assenza di un reale retroterra solidale, distrutta anche da una classe politica apparentemente di diverso segno, che non bada ai danni profondi e diffusi nelle relazioni sociali sono il segnale osceno dello sdoganamento dell’odio soprattutto contro oltre che alla diversità ha gli stilemi della povertà. Il fascismo che avanza è questo e non saranno certo gli appelli ipocriti e di circostanza di un centro sinistra che non ne contrasta le motivazioni a fermare altre violenze.
Come Rifondazione Comunista ci uniamo al dolore della famiglia di Alika Ogorchukwu che riguarda chiunque si opponga a questa deriva fascistoide delle relazioni sociali. Si potrà anche dire che “la causa dell’omicidio non è riconducibile a ragioni razziali” ma è difficile dimostrare che non sia razzista l’indifferenza in cui tutto è avvenuto.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, Responsabile immigrazione – Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


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