IL REGIONALISMO “ASIMMETRICO” PASSA IN COMMISSIONE BICAMERALE PER GLI AFFARI REGIONALI: UN SALTO IN AVANTI VERSO LA DISSOLUZIONE DEL PAESE

IL REGIONALISMO “ASIMMETRICO” PASSA IN COMMISSIONE BICAMERALE PER GLI AFFARI REGIONALI: UN SALTO IN AVANTI VERSO LA DISSOLUZIONE DEL PAESE

Il 12 luglio scorso è stato approvato in sordina il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva avviata 3 anni fa sul regionalismo differenziato e sull’ “attuazione del terzo comma dell’art.116 della Costituzione”.

L’indagine, condotta senza tener conto delle enormi disuguaglianze messe in rilievo dalla crisi economica e pandemica, e incurante della strenua opposizione contro un percorso che minaccia di frantumare ogni residuo di coesione sociale e territoriale, ha portato a conclusioni che ignorano i rilievi emersi nel corso delle audizioni ed espressi perfino nelle conclusioni del gruppo di lavoro nominato dalla ministra Gelmini.

Una dozzina di parlamentari, espressione delle forze politiche che sostengono questo governo, hanno licenziato, con un solo voto contrario, un testo che accelera il processo di regionalismo “asimmetrico”, come viene, con inconsapevole sfacciataggine, definita l’autonomia differenziata.

Proprio i punti più pericolosi e controversi vengono assunti come qualificanti:

si rivendica il collegamento, quindi la blindatura, del provvedimento alla manovra di bilancio;

si sottolinea la volontà di rispondere alle sollecitazioni provenienti da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e di considerare le intese sottoscritte da quelle regioni come modello cui uniformarsi;

si fa comunque riferimento, senza attendere neppure l’individuazione dei livelli essenziali di prestazioni (LEP), alla “spesa storica”, quel meccanismo con il quale negli anni si è attuato un paradossale travaso di risorse verso i territori più ricchi.

In sostanza, la Commissione parlamentare offre un assist alla pessima Legge Quadro che la Ministra Gelmini annuncia di presentare in Consiglio dei Ministri, ma che ha già portato in omaggio ai sedicenti “governatori” delle regioni più ricche.

Tutto ciò avviene nel più totale disprezzo verso il disagio sociale e la povertà crescente che stanno travolgendo milioni di persone.

NO all’Autonomia differenziata, si torni all’autonomia come disegnata dall’art.5: il comma terzo del 116 va cancellato!

Fermiamoli, mobilitiamoci contro il governo della guerra e delle disuguaglianze.

Tonia Guerra, segreteria nazionale, resp.le campagna NO A.D. – Rifondazione Comunista


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