Moni Ovadia battezza l’Unione popolare (tanta sinistra a sinistra del Pd)

Moni Ovadia battezza l’Unione popolare (tanta sinistra a sinistra del Pd)

Elena Mazzoni*

Si prefigge di rappresentare gli strati più sfruttati della popolazione, i territori marginali, le vertenze ambientali, le pacifiste ed i pacifisti. Rifondazione, Potere al Popolo, DeMa, le parlamentari di ManifestA, movimenti ambientalisti ed animalisti, sindacato di base, reti di studenti e studentesse, molti fuggiti letteralmente dal movimento 5stelle

“Non vogliamo essere l’uno su mille che ce la fa e se ne frega della sorte degli altri 999.
Noi vogliamo essere tutti e mille”.

Con questo spirito nasce oggi a Roma l’Unione Popolare, che si prefigge di rappresentare gli strati più sfruttati della popolazione, i territori marginali, le vertenze ambientali, le pacifiste ed i pacifisti. Rifondazione, Potere al Popolo, DeMa, le parlamentari di ManifestA e movimenti ambientalisti ed animalisti, sindacato di base, reti di studenti e studentesse, molti fuggiti letteralmente dal movimento 5stelle, reo di aver tradito gli ideali ed il popolo, consiglieri comunali, rsu e dirigenti territoriali della CGIL. Sala piena già dalle 10 del mattino, posti neppure in piedi, molte e molti giovani mischiati allegramente alle rughe ed i capelli bianchi. Apre Simona Suriano, capogruppo delle parlamentari di ManifestA, con passione ed un pizzico di emozione.  “Quanti altri Giuseppe dovranno morire? Quanti altri Lorenzo? Prima che capiamo che dobbiamo metterci insieme, unirci, organizzarci e rovesciare il sistema?”  Lo chiede commossa Eva, della rete nazionale studenti, sfidando la platea, il progetto ed i soggetti che lo compongono ad andare oltre i circoli viziosi del passato, oltre gli steccati.

Un processo trasparente e dal basso, un programma fondato sull’ascolto, lo descrive così il professor Angelo D’Orsi nel suo intervento. Dal palco Moni Ovadia ricorda il popolo Palestinese e tutte le guerre, la consigliera comunale fiorentina Bundu, il popolo curdo, tradito in nome delle adesioni alla Nato, Emilio la lotta strenua dei No Tav e la giornalista e conduttrice radiofonica Francesca Fornario invita a “fare la colla” essere uniti.
Altre forme di resistenza si avvicendano al microfono, dal movimento NoBase Coltano a Civitavecchia, dal contrasto all’autonomia differenziata ai No Borders, dagli operatori e le operatrici sanitarie ai portuali di Genova che bloccano l’invio di armi.
Molti lavoratori e lavoratrici della scuola e della ricerca, ma anche un appassionato camionista e poi Manon Aubry europarlamentare capogruppo della Sinistra-The Left, che consegna all’ Unione Popolare il testimone della NUPES di Melenchon.
Chiude Luigi De Magistris, con forza contro il Pd ed il centrosinistra, contro la guerra, le spese militari, per la democrazia e l’accoglienza, per far avvicinare la legalità alla giustizia, nei territori e tra la gente. “Un’ operazione etica, culturale, economica, che deve attaccare al cuore il sistema, una nuova lotta partigiana, un movimento rivoluzionario che deve fare quei famosi 100 passi per portare l’umanità al potere, con la persona al centro. Non è un sogno se lo sogniamo insieme.”
 

*Huffington Post


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