Cisl ripensaci

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Un gruppo di iscritti alla Cisl ha inviato al Segretario Generale Luigi Sbarra un appello che condivido e che spero che il Segretario Generale risponda.

#CISLRIPENSACI: PER FERMARE L’AGGRESSIONE DI PUTIN ALL’UCRAINA, BISOGNA FAR TACERE LA VOCE DELLE ARMI

di Savino Pezzotta Ex Segretario generale CISL Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori

Il 16 marzo 2022 un gruppo di iscritti della CISL ha inviato un appello al Segretario Generale Luigi Sbarra e a tutti i membri della Segreteria Generale e dell’esecutivo nazionale chiedendo alla CISL di ripensare alla propria posizione perché per fermare l’aggressione di Putin all’Ucraina è necessario far tacere la voce delle armi. I firmatari dell’appello #CISLripensaci hanno manifestato il loro disappunto per le motivazioni espresse dal Segretario Generale per giustificare la mancata partecipazione della CISL alla Manifestazione nazionale dello scorso 5 marzo contro la guerra in Ucraina e non si riconoscono nella decisione del loro sindacato di sostenere la scelta del Governo italiano di inviare armi italiane in Ucraina e nella definizione data dal Segretario Generale della “neutralità attiva”, descritta nella sua lettera ai quotidiani nazionali come una parola d’ordine ambigua che “rischia di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici”.

Nell’appello #CISLripensaci ribadiscono che la definizione di “neutralità attiva” si fonda su quel continuo e tenace lavoro di “concertazione”, di negoziato politico, per costruire la pace fra parti opposte, che non vuol dire essere equidistanti, ma prendere parte, essere partigiani di una soluzione pacifica e dialogica – principio sul quale è fondato lo spirito della CISL sin dalla sua fondazione, ma anche la Costituzione della Repubblica Italiana, con l’articolo 11, e la Legge 185/90 – già gravemente pregiudicati in Parlamento dalle decisioni prese dai diversi governi di inviare armi a paesi in conflitto, non solo all’Ucraina, ma anche all’Arabia Saudita per la guerra nello Yemen e, in passato, alla stessa Russia.

Nel ribadire che rinunciare al ruolo negoziale, di dialogo, accodandosi nella scorciatoia delle armi, distrugge la possibilità di costruire quelle relazioni generative del bene, i firmatari di #CISLripensaci hanno ripreso nel loro appello il pensiero espresso dall’ex Segretario Generale CISL, Savino Pezzotta, sulla decisione assunta dalla CISL di rompere l’unità sindacale alla manifestazione 5 marzo. Infatti “Bisognava averel’intelligenza politica – scrive Savino Pezzotta – di non abbandonare l’obiettivo generale NO ALLA GUERRA partecipando, e magari distinguendosi da un documento che non si condivideva. (…).

Essere impegnati per la pace oggi non è un optional ma una esigenza profonda dell’umanità e l’espressione della solidarietà umana (valore profondo del sindacalismo) che Papa Francesco declina come esigenza di Fraternità”. In un passaggio, citato dagli appellanti, l’ex Segretario sottolinea che oggi “Non è più importante sconfiggere il nemico, ma distruggerlo. È questo mutamento che inquieta anche nella guerra Ucraina. Il mondo sta precipitando verso gli estremi e questo ci obbliga a elaborare e praticare un’altra razionalità rispetto a quella in vigore che facendo perno sul concetto di emergenza giustifica troppe cose che con l’emergenzialità non c’entrano. NOI dobbiamo affermare che siamo in guerra e che l’uso delle sanzioni è lo strumento della guerra moderna e che finisce per colpire la popolazione civile. Bisogna alzare la protesta nelle piazze e ampliare anche attraverso gesti eclatanti l’azione diplomatica, per impedire lo scivolamento verso l’estremo di questa guerra, che i bombardamenti degli ospedali, l’uccisione dei bambini e degli anziani dimostrano. (…) i leader europei di tutte le nazioni dovrebbero recarsi a Kiev cercando con la loro presenza di bloccare i bombardamenti e aprire nuove vie diplomatiche. Il sindacato europeo deve farsi promotore di iniziative forti di mobilitazione, magari collegandosi al sindacato russo e ucraino e a tutti quelli dei paesi dell’est”.

La richiesta di un ripensamento portata avanti nell’appello #CISLripensaci si fonda sulla ricerca dialogante di un possibile cambio di passo in grado di portare il sindacato ad essere uno dei promotori del percorso #Italiaripensaci per l’adesione al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, nella consapevolezza che mostrare i muscoli, anche nucleari, chiude qualsiasi possibilità alla costruzione di un percorso di pace, lasciando che si arricchiscano le industrie di armi e muoia l’economia civile e il buon lavoro, quello che crea la vera ricchezza per tutti e non dolore e morte.


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