Kater I Radesh, 25 anni fa, una strage

Kater I Radesh, 25 anni fa, una strage

Il 28 marzo del 1997, il venerdì santo che precede la Pasqua, una corvetta della Marina italiana, Sibilla, speronò, provocandone l’affondamento, la Kater I Radesh, una motovedetta albanese su cui erano accalcate oltre 130 persone in fuga e la morte di un centinaio di loro. Presidente del Consiglio era Romano Prodi, ministro dell’Interno, Giorgio Napolitano, fu quel governo a predisporre il primo blocco navale contro un paese da cui si fuggiva per una catastrofe di cui anche l’Italia era responsabile. Allora, come poi è continuato ad accadere per chi fuggiva da guerre, dittature, disastri ambientali, decine di migliaia di persone sono state respinte, lasciate morire in mare, rimpatriate. Ed oggi che finalmente, per chi giunge da un Paese invaso come l’Ucraina, si attuano politiche di accoglienza, Rifondazione Comunista domanda e pretende, dal governo Draghi e dall’Unione Europea, di garantire a tutte e tutti lo stesso trattamento, in nome dell’applicazione dell’articolo 10 della Costituzione. 25 anni fa come oggi, al governo c’erano partiti di centro sinistra, che infangavano e infangano il dettato costituzionale, oggi anche alleandosi con i leghisti. Le vittime del naufragio di quel 28 marzo fanno parte della stessa sporca storia in cui non ci riconosciamo.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile immigrazione Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


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