Rifondazione: quando una legge è sbagliata, si deve cambiare

Rifondazione: quando una legge è sbagliata, si deve cambiare

Trenta anni fa diventava legge la riforma per l’accesso alla cittadinanza. Non un diritto ma una “concessione” che lo Stato si riserva di fare a chi vive e lavora da noi regolarmente da almeno 10 anni ininterrotti, a chi ha una casa e un reddito sicuro, a chi non ha avuto condanne gravi. Quante persone nate in Italia ne avrebbero oggi diritto? Una legge che seleziona per classe chi arriva da fuori. I tentativi per modificarla, da quelli più seri partiti dalle associazioni che lavorano in materia e dalle tante e i tanti che hanno preso coscienza di un proprio diritto, sono finiti nel cassetto, quelli elaborati in sede politica, frutto di compromessi al ribasso, non sono mai divenuti legge, complice anche il patetico timore del centro sinistra di perdere consensi. Ma i tanti e le tante nate in questo trentennio in Italia e che aspirano a godere appieno dei loro diritti, non si rassegnano. Sarebbero oggi 860 mila gli stranieri residenti nel Paese ad essere cittadini italiani se il diritto valesse per chi è nato sul territorio nazionale, come ricorda Idos. Nel 95% si tratterebbe di minori. Una sinistra vera dovrebbe non solo far propria questa battaglia ma veder garantito, almeno a chi vive stabilmente nel Paese, il diritto di voto, almeno alle elezioni amministrative, ratificando per intero la convenzione di Strasburgo. Ma questo renderebbe più complesso maltrattare, sfruttare, cacciare via, tante donne e uomini che potrebbero partecipare alla vita democratica. Rifondazione Comunista non ha mai rinunciato a considerare come fra quelle prioritarie, per questioni di classe e non solo di civiltà tale battaglia, che può e deve divenire terreno di lotta politica contro chi crede che la democrazia sia un diritto riservato solo a pochi. Per questo sosteniamo e appoggiamo chi si sta riorganizzando per cambiare una legge vecchia e iniqua. Il Paese è cambiato, cambiamo anche nelle leggi il Paese.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea


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