5 anni fa Minniti il mandante dell’orrore in Libia

5 anni fa Minniti il mandante dell’orrore in Libia

Cinque anni fa il governo italiano di Gentiloni ratificava il “Memorandum of understanding”, con il governo libico. Obiettivo dichiarato, fermare con ogni mezzo migranti e richiedenti asilo che scappavano verso l’Europa. Solo nel primo triennio – l’accordo aveva tale durata rinnovabile e rinnovata – il nostro Paese ha versato 783 milioni di euro in gran parte finite nelle mani lorde di sangue di delinquenti che di giorno indossavano la divisa della Guardia costiera e di notte stabilivano il prezzo di chi poteva partire, rischiando spesso di trovare la morte nel Mediterraneo centrale. E chi veniva ripreso, grazie ai soldi messi gentilmente a disposizione dall’Italia, in un osceno gioco delle parti, finiva in centri di detenzione dove violenze, stupri, ricatti, torture e uccisioni erano la norma. L’accordo è stato rinnovato fino al febbraio 2023 con scarsa opposizione parlamentare. Gli stessi rappresentanti del Pd che in assemblea avevano garantito una revisione degli accordi, a luglio scorso hanno prorogato le missioni. L’agenzia europea Frontex segnala, mediante aerei, le navi che tentano di uscire dai porti libici per avviare poi respingimenti di massa illegali per le leggi internazionali, 23 mila persone in meno di 2 anni. L’operato delle navi solidali delle ong è insufficiente, spesso contrastato, criminalizzato da norme che non sono state abrogate neanche dal governo Conte2. E in quel mare si continua a morire. Oggi l’ex ministro Minniti ha un ruolo rilevante nella Leonardo (ex Finmeccanica), i ministri che si sono succeduti al Viminale, da Salvini a Lamorgese, hanno proseguito sulla strada che lui ha tracciato. Ci sono a disposizione 9 mesi per stracciare il Memorandum, prima che possa essere rinnovato per altri 3 anni. Vinceranno ancora una volta gli ignavi capaci di dichiararsi antirazzisti solo se l’avversario è Salvini? Evacuazione della Libia e presa in carico dei profughi da parte dell’UE sono le sole soluzioni umanitarie possibili. L’accoglienza costa meno delle guerre.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea


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