
Rifondazione: Patrick Zaki (forse) libero ma sotto processo. L’occidente non interrompe la collaborazione col regime di Al Sisi
Pubblicato il 7 dic 2021
Dalle notizie che giungono in queste ore lo studente Patrick Zaki, dopo 22 mesi di detenzione senza processo e senza reali accuse a suo carico, dovrebbe uscire dal carcere. Le sue opinioni lo riporteranno, dal primo febbraio sul banco degli imputati. Questo è il regime egiziano in cui continuano le “sparizioni extragiudiziali” (desaparecidos), aumenta il numero di detenuti politici, stimato fra i 60 e i 100 mila, quello dei morti in carcere e il tutto accade nonostante sia stato dichiarato chiuso lo stato di emergenza. Molte libertà associative, sindacali, politiche e di stampa, non rientrano nelle norme emergenziali e quindi resteranno reato. L’occidente, in particolare Italia e Francia continuano con la cooperazione militare con il carceriere al Cairo, si continuano a rimpatriare in quel paese persone che rischiano trattamenti inumani e degradanti, si tenta di rimuovere il ricordo nero della morte di Giulio Regeni. Saremo felici di accogliere Patrick una volta libero e siamo nelle piazze con chi ne chiede il totale proscoglimento da ogni accusa.
Ma continuiamo a ritenere i governi italiani che si sono succeduti, conniventi e colpevoli di ignavia in nome delle commesse militari da mantenere
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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