Aborto: una legge horror in Abruzzo

Aborto: una legge horror in Abruzzo

In Polonia il governo degli antiabortisti amici della Meloni fa morire di freddo i bambini alla frontiera e le donne di setticemia. Questa è la sensibilità per la vita umana di chi propone leggi horror contro le donne. La proposta di legge regionale di Fratelli d’Italia in Abruzzo – fotocopia di altre analoghe – è volta a colpevolizzare e offendere le donne. Un modo per veicolare il messaggio che l’aborto è un assassinio e di conseguenza che le donne che vi ricorrono sono delle assassine. Il togliere poi alla donna la decisione ultima riguardante la sepoltura dei “prodotti abortivi” – così sono definiti dalla stessa proposta di legge – dà l’idea che l’obiettivo è porsi su un piano di condanna della scelta di interrompere la gravidanza.
I proponenti dicono che vogliono affermare “il diritto ad una degna sepoltura a tutte quelle creature che non sono riuscite a venire al mondo, identificandole come vita”. La traduzione è che le donne che abortiscono toglierebbero la vita a delle sfortunate creature non che facciano la scelta – a volte tra l’altro motivata da ragioni di salute – di non procreare.
Con questa logica anche la masturbazione e il sesso con anticoncezionali sono delle stragi di miliardi di vite umane.

È un punto di vista religioso che può riguardare le convinzioni individuali ma che non può essere tradotto in leggi da uno stato laico.

La destra cerca di cavalcare quella parte di mondo cattolico che fu sconfitta nel referendum del 1981 ma che ha continuato a portare avanti campagne antiabortiste e un vero e proprio boicottaggio della legge 194.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Viola Arcuri, del Comitato politico nazionale, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea


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