Rifondazione: finiscono le Olimpiadi e si torna a uccidere immigrati

Rifondazione: finiscono le Olimpiadi e si torna a uccidere immigrati

Una storia ancora da chiarire ma che in quanto tale è terribile. Una famiglia di cittadini tunisini intorno all’ora di pranzo camminando per il centro di Bergamo. L’incontro con un giovane italiano, parole forti, il ragazzo che – dalle prime ricostruzioni – torna nella vicina abitazione, prende un coltello e uccide il padre di famiglia. Ci sarà tempo e modo di conoscere le ragioni di un omicidio così assurdo e di capire in che ruolo abbia influito il fatto che la vittima era uno “straniero”. Saranno i tribunali a fornire una sentenza e le motivazioni, ma una osservazione sorge spontanea. Fino a questa mattina si è celebrato ai giochi olimpici la capacità dello sport di abbattere le limitazioni imposte a chi è immigrata/o. Con una certa ipocrisia si è scoperto che il paese reale, pluriculturale e figlio di contaminazioni, è molto più avanti delle leggi che limitano l’accesso alla cittadinanza. Un attimo dopo è riemerso un clima di odio, fomentato da una destra fascista, sdoganato nella pubblica opinioni e a cui pochi, insufficienti ostacoli hanno posto le forze sedicenti progressiste.
Uccidere un immigrato in maniera così oscena e violenta – i fatti di Voghera sono ancora recenti – non turba gli animi, non entra neanche nelle breaking news. Nell’esprimere cordoglio e vicinanza alla famiglia della vittima, come Rifondazione comunista riaffermiamo l’urgenza di cambiamenti legislativi che permettano anche cambiamenti della cultura dominante

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile immigrazione PRC-S.E.


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