La frana della montagna di Tavernola Bergamasca. Io accuso i tanti con la coscienza sporca

La frana della montagna di Tavernola Bergamasca. Io accuso i tanti con la coscienza sporca

di Ezio Locatelli*
Giustamente, com’è ovvio che sia, c’è molta apprensione per il rischio incombente di uno smottamento del Monte Saresano che si prevede di portata enorme. Apprensione soprattutto per le conseguenze di questo smottamento. Ma quello che va detto, alla faccia dei tanti che fanno finta di nulla o che hanno la coscienza sporca, è che tutto questo era stato previsto, denunciato, contestato ai tempi della lotta contro le smodate attività estrattive della marna di cemento. Lotta iniziata nel 1985, com’è ampiamente documentato anche a mezzo stampa, tramite decine di incontri, proteste di piazza, volantinaggi, manifestazioni in sede istituzionale, interrogazioni provinciali, regionali, parlamentari.
Una lotta portata avanti ininterrottamente per oltre 15 anni, non poche volte tra minacce e aggressioni eterodirette, dal comitato contro la miniera di Parzanica, comitato di cui sono stato promotore e attivista in prima persona. Lo sono stato insieme a un gruppo di persone animate dl rispetto e dall’amore per il proprio territorio. Va detto che quando parliamo di attività estrattive non si deve fare riferimento solo alla miniera vera e propria ma anche della nuova strada Tavernola Parzanica realizzata dal Cementificio con la scusa di offrire un nuovo collegamento alle comunità locali. Una strada il cui tracciato abbiamo sempre contestato essere una miniera mascherata oltre che occasione di speculazione edilizia.
Ciò che abbiamo sempre sostenuto, documentato, è che lo scempio perpetrato da attività estrattive dissennate avrebbe compromesso irrimediabilmente il territorio non solo dal punto di vista del suo pregio ambientale ma della sua stabilità, della sua tenuta. Avevamo non una ma cento ragioni. Deve essere chiaro che in tanti sono responsabili dell’attuale situazione di dissesto e di pericolo per l’incolumità delle persone. Responsabile è il cementificio che ha fatto solo ed esclusivamente i suoi interessi, responsabile è chi doveva garantire la difesa del territorio e non l’ha fatto, responsabili sono le forze politiche compiacenti. Io spero che il peggio sia evitato ma detto ciò, chi pagherà per i danni arrecati all’ambiente della casta del cemento?
*già attivista e promotore del comitato contro la miniera di Parzanica, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea

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