
Ferrara: l’apartheid leghista possibile grazie a una norma di Bonaccini
Pubblicato il 6 gen 2021
I leghisti annunciano trionfalmente che a Ferrara le case popolari le assegnano solo a italiani. Il Giornale la definisce nel titolo una “rivoluzione” con tanto di foto del sindaco Fabbri con Salvini. In realtà la norma che gli ha consentito di farlo è della giunta Bonaccini. Ancora una volta il PD che chiede voti come argine alla destra è quello che apre un’autostrada alla demagogia razzista.
Infatti è stata la giunta Bonaccini a introdurre nella legge regionale i due criteri per l’assegnazione che ha utilizzato la giunta Fabbri di Ferrara: l’anzianità residenziale e il non possesso di una casa all’estero.
La Corte Costituzionalità si è già espressa nel caso della Regione Lombardia sull’incostituzionalità del criterio dell’anzianità residenziale, la Corte di Appello di Milano sull’illegittimità del requisito del non possesso di case all’estero nel caso delle mense di Lodi.
Il fatto che sia il vescovo di Ferrara a denunciare l’incostituzionalità della discriminazione leghista ci ricorda che il Presidente della Regione e la sua maggioranza sono davvero lontani dai valori delle piazze piene come Sardine che li hanno fatti vincere.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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