Rifondazione Comunista: promozione agli agenti colpevoli di depistaggio? Per il Capo della Polizia nulla di anormale

Rifondazione Comunista: promozione agli agenti colpevoli di depistaggio? Per il Capo della Polizia nulla di anormale

Leggiamo costernati questa mattina sull’ottimo settimanale Left la lettera un po’ piccata con cui si replica ad una intervista realizzata nel periodico al responsabile di Amnesty International in Italia, Riccardo Noury

Amnesty aveva manifestato perplessità rispetto alla promozione di due agenti di polizia condannati per gravi fatti durante il G8 di Genova. La replica del Capo della Polizia Gabrielli lascia sconcertati, senza entrare nel merito delle ragioni per cui gli agenti sono stati condannati, si risponde che di “promozione” non si tratta ma di inevitabili “scatti automatici” derivanti dal fatto che agli agenti non erano stati interdetti ruoli nei pubblici uffici.

Anzi Gabrielli insiste nel voler “un percorso di affrancamento da quella incresciosa stagione” che approcci come quello di Amnesty “rischiano di rendere più faticoso”.

Insomma la colpa dell’informazione sana, nell’avvicinarsi del ventennale di quella macelleria, è quella di mettere in discussione chi pensa sia possibile dimenticare tutto il sangue versato, garantendo impunità e privilegi, a chi hanno reso possibile tutto questo.

Nel ringraziare Noury e il prezioso lavoro di Left, come partito chiediamo che giustizia e verità non siano sopraffatti dalla volontà di dimenticare.

E alla stessa stregua, rivolgendosi al Capo della Polizia domandiamo: “ma se in nome di una formale legalità messa in discussione anche dalla Corte Europea, si offrono maggiori poteri a persone che hanno mentito spudoratamente per giustificare una carneficina, chi può credere serenamente alla certezza del Diritto?”

Fra “Amnesty” e Amnesy” la differenza non è solo in una consonante

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Prc-S.E.


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