Cottarelli, il giapponese nella giungla del monetarismo. E poi arriva Zingaretti

Cottarelli, il giapponese nella giungla del monetarismo. E poi arriva Zingaretti

di Roberto Musacchio -

Nei giorni scorsi il Presidente del Parlamento europeo, Sassoli, rilasciava un’intervista a Repubblica con qualche novità di rilievo.
Lo stesso Sassoli che qualche mese fa sponsorizzava il Mes da far prendere all’Italia stavolta prende lui le distanze da un meccanismo giudicato vecchio e a cui nessuno accede.
Servirebbe invece, dice, una sorta di Tesoro della UE gestito dalle istituzioni europee e poi eurobond.
Ma la cosa che regalava i titoli è che Sassoli propone una sorta di cancellazione dei debiti europei da covid per aprire anche una fase nuova in termini di assetti di trattati.
Le cancellazioni dei debiti fanno scattare sull’allarme i guardiani dell’ortodossia.

Ed ecco che a pronto giro di posta “risponde”, sempre su Repubblica, uno dei sacerdoti, e cioè Cottarelli. Il ragionamento di Cottarelli è veramente illuminante della falsa coscienza delle teorie monetariste che hanno dominato, e fatto danni, in questo lungo periodo.
Cottarelli scrive per dire a Sassoli che, come ricordavo, ha proposto di cancellare i debiti da covid, che questo in realtà non serve. E vediamo cosa sostiene.
Nell’incipit possiamo dire che finalmente anche Cottarelli si accorge che la BCE può stampare tutto il denaro che vuole perché l’acquisto di titoli di Stato è in realtà una partita di giro tra banche di Stato e banca centrale che per altro è anche senza fine visto che i titoli si rinnovano quando scadono.

Sottolinea proprio lui stesso quella che è la situazione reale e cioè che chi tiene in piedi l’Europa nella pandemia è la BCE mentre ciò che si potrebbe definire debito, gli altri strumenti dal Sure al Recovery, non hanno lo stesso volume.
L’avesse detto quando invece sono state imposte le assurde politiche della austerità e i tagli che hanno colpito ad esempio la sanità staremmo molto meglio.
Certo, la pandemia “giustifica” la forte esposizione della BCE ma anche fare l’Europa, quella vera, lo avrebbe giustificato, da tanto tempo, ed evitato tanti disastri.
Ma poi Cottarelli sterza e dice che cancellare il debito sarebbe qualcosa che può minare la lotta all’inflazione nel caso riesplodesse.
La teoria è che la cancellazione di quei titoli non consentirebbe di ritirare denaro in chiave anti inflattiva.
Così si torna all’inizio della storia e cioè al debito che sostituisce l’inflazione come frusta sociale e ridistribuzione dal basso all’alto.

Cosa per altro agita all’interno di una costruenda Unione politica e dunque teoricamente assurda dal punto di vista di come una Unione politica governa, o dovrebbe governare, la moneta.
Lo spread all’interno di una Unione politica a moneta unica per logica è come un unicorno: esiste solo nella favola nera di questa UE.
Non è, purtroppo, assurda se vista dal punto di vista degli interessi di classe e geopolitici dominanti nella sua edificazione.
E infatti ecco, alla fine dell’articolo di Cottarelli, la previsione, o l’auspicio, che prima o poi torneranno i vincoli di bilancio.

Anche se, bontà sua, dice che in assenza di inflazione il surplus di debito da covid sarebbe sterilizzato dalla Bce e si potrebbe ripartire la scalata dal 135%.
Cioè il giro dell’oca per tornare al vecchio e per altro sfasciare quel po’ di logica nuova e condivisa che la pandemia ha imposto.
Quanto questo ragionamento di Cottarelli sia come quello del giapponese ancora in lotta nella giungla del monetarismo mentre le principali borghesie europee traguardano una nuova logica di potenza che si serva della rottura pandemica, lo vedremo.
Di certo chi ha sempre contestato monetarismo e gestione del debito, e cioè le sinistre antiliberiste, deve ora farsi sentire perché la rottura col monetarismo avvenga da sinistra e per le esigenze popolari e non quelle borghesi.

p.s.
Ad articolo scritto arriva Zingaretti che “attacca” Sassoli.
Se l’accusa a Sassoli, che ha fatto proposte ragionevoli sull’Europa, il debito e il Mes, è di “spararla grossa”, come dice, Zingaretti assume una posizione, dal mio punto di vista, assolutamente dannosa rispetto ai cambiamenti necessari. Praticamente è l’unico segretario di un partito significativo aderente ai socialisti che si colloca così.


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