Rifondazione Comunista ricorda Stefano Cucchi

Rifondazione Comunista ricorda Stefano Cucchi

11 anni fa veniva ucciso, nel peggiore dei modi possibili, Stefano Cucchi, da coloro che avendolo in custodio dovevano garantirne la salute. Ci sono voluti tanti, troppi anni perché su questo ennesimo omicidio di Stato venisse fatta, almeno in parte, chiarezza.
C’è il voluto il coraggio di Ilaria, sua sorella, che si è esposta pensando non solo alla propria tragedia personale ma a cosa accade troppo spesso quando la violenza si accanisce con chi non è considerato degno di vivere.
C’è voluta una famiglia al suo fianco, l’impegno di un avvocato come Fabio Anselmo.
C’è stato – e questo è uno dei pochi segnali positivi di questa vicenda – un sentimento di indignazione diffuso che ha portato a riempire piazze e aule di tribunale. Siamo stati, lo rivendichiamo orgogliosamente, in tante e tanti a non lasciare Ilaria e la sua famiglia da soli.
Restano ancora tante pagine da scrivere. Resta la vergogna di quanto detto da parlamentari, esponenti istituzionali, dirigenti di polizia e dei carabinieri, per infangare la memoria di Stefano e nascondere anche di fronte all’evidenza, quanto accaduto.
Resta la certezza che la vicenda di Stefano Cucchi ci ha insegnato: basta parlare di “mele marce” per lavarsi la coscienza, occorrono leggi che garantiscano chi è detenuto, in ogni momento.
Rifondazione Comunista abbraccia anche oggi Ilaria e la sua bella famiglia, la ringrazia per quanto ha fatto e continua a fare e resta, come allora, al suo, al loro, fianco.
Basta abusi di Stato

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale PRC-S.E.


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