Notizie dal Chiapas

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L’EZLN CHIUDE I CARACOLES A CAUSA DEL CORONAVIRUS ED INVITA A NON ABBANDONARE LE LOTTE IN ATTO

COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO-COMANDANCIA GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

MESSICO

 

AL POPOLO DEL MESSICO:
AI POPOLI DEL MONDO:
AL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO – CONSIGLIO INDIGENO DI GOVERNO:
ALLA SEXTA NAZIONALE E INTERNAZIONALE:
ALLE RETI DI RESISTENZA E RIBELLIONE:

SORELLE, FRATELLI, HERMANOAS:
COMPAGNI, COMPAGNE, COMPAÑEROAS:

Vi comunichiamo che:

Considerando la minaccia reale, scientificamente comprovata, per la vita umana che rappresenta il contagio del COVID-19, anche noto come “Corona Virus”.

Considerando la frivola irresponsabilità e la mancanza di serietà dei malgoverni e della classe politica nella sua totalità, che fanno un uso di un problema umanitario per attaccarsi reciprocamente invece di adottare le misure necessarie per affrontare questo pericolo che minaccia la vita senza distinzione di nazionalità, sesso, razza, lingua, credo religioso, militanza politica, condizione sociale e storia.

Considerando la mancanza di informazione veritiera ed opportuna sulla portata e gravità del contagio, così come l’assenza di un piano reale per affrontare la minaccia.

Considerato il compromesso zapatista nella nostra lotta per la vita.

ABBIAMO DECISO DI:

PRIMO.- Decretare l’allerta rossa nei nostri villaggi, comunità e quartieri ed in tutte le istanze organizzative zapatiste.

SECONDO.- Raccomandare alle Giunte di buon governo e ai Municipi autonomi ribelli zapatisti, la chiusura totale ed immediata dei Caracoles e dei Centri di resistenza e disobbedienza.

TERZO.- Raccomandare alle basi di appoggio ed a tutta la struttura organizzativa di seguire una serie di raccomandazioni e misure di igiene straordinarie che saranno trasmesse nelle comunità, villaggi e quartieri zapatisti.

QUARTO.- Di fronte all’assenza dei malgoverni, esortare tutti e todoas, in Messico e nel mondo, ad adottare tutte le misure necessarie che, su basi scientifiche, permettano di uscire, e in vita, da questa pandemia.

QUINTO.- Invitiamo a non abbandonare la lotta contro la violenza femminicida, a continuare la lotta in difesa del territorio e della Madre Terra, a mantenere la lotta per le-i desaparecid@s assassinat@ e carcerat@, ed ad innalzare ben alta la bandiera della lotta per l’umanità.

SESTO.- Invitiamo a non perdere il contatto umano, bensì a cambiare temporaneamente i modi di saperci compagne e compagni, compañeroas, sorelle, fratelli, hermanoas.

La parola e l’ascolto, con il cuore, hanno molte strade, molti modi, molti calendari e molte geografie per  incontrarsi. E questa lotta per la vita può essere una di queste. È TUTTO.

DALLE MONTAGNE DEL SUDEST MESSICANO.
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Subcomandante Insurgente Moisés
Messico, marzo 2020

Traduzione “Maribel” – Bergamo

Fonte: https://enlacezapatista.ezln.org.mx/2020/03/17/lezln-chiude-i-caracoles-a-causa-del-coronavirus-ed-invita-a-non-abbandonare-le-lotte-in-atto/

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Cattive notizie dal Chiapas

Paramilitari aggrediscono gli zapatisti produttori di caffè

di Angela Bellei

Già all’inizio dello scorso anno il sottosegretario con la delega per i diritti umani del governo progressista messicano di López Obrador aveva riconosciuto la presenza dei gruppi paramilitari, a differenza delle autorità politiche dello Stato del Chiapas che si ostinano spudoratamente a negarla. Si prospetta un grande salto di qualità di quella guerra a bassa intensità che fin dall’avvio dell’insurrezione zapatista, 26 anni fa, non è mai cessata Le molte e complesse conseguenze della pandemia che ha devastato il Messico, come altri Paesi latinoamericani, aprono scenari inediti e il governo di López Obrador ha certo bisogno di grandi accelerazioni per i mega-progetti che intende portare avanti a qualsiasi costo. Il tentativo di indebolire gli zapatisti aprendo strumentali conflitti incendiari locali nella speranza di contrastarne il consolidamento territoriale seguito alla creazione dei nuovi caracoles, è un passaggio di essenziale rilevanza. Per tutto il Messico e per tutto il mondo indigeno.

I padroni hanno sciolto le redini e loro, i paramilitari, fanno il proprio lavoro. Attaccano con armi da fuoco le comunità ribelli. Il 22 agosto un gruppo di trasportatori appartenenti all’Organizzazione Regionale dei Coltivatori di caffè di Ocosingo (Orcao), che vivono nel municipio di Oxchuc ha sparato, saccheggiato e incendiato due magazzini di caffé delle basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), nella comunità di Cuxuljá, nel municipio ribelle di Moisés Gandhi (Ocosingo, per la nomenclatura ufficiale).

Nel mese di agosto, ben 13 comunità del Pueblo Maya Tsotsil di Aldama, assediate dai paramilitari provenienti da Santa Martha, Chenalhó, sono state costrette ad abbandonare le proprie case o a barricarsi nella selva.

Cuxuljá è un piccolo villaggio ai piedi della strada che unisce San Cristóbal a Ocosingo. È circondato da otto municipi autonomi zapatisti ed è un punto di incontro per diverse comunità. È stato occupato dall’Esercito fino al 2001. I soldati si sono ritirati da quella postazione per rispettare le tre condizioni che l’EZLN aveva preteso dal governo di Vicente Fox per ristabilire il dialogo.

Il ritiro delle truppe, però, non ha “pacificato” la zona. Non appena il dialogo è fallito, per l’approvazione di una riforma costituzionale sui diritti e le culture indigene che tradiva gli accordi presi dal governo a San Andrés, sono cominciate le aggressioni dei gruppi paramilitari di Orcao contro le basi ribelli di quella comunità. Il loro obiettivo era occupare il territorio lasciato dalle truppe regolari.

C’è una lunga storia di aggressioni della Orcao contro Cuxuljá. Con l’insurrezione del 1994, le basi di appoggio dell’EZLN (un collettivo di 539 campesinos) hanno ottenuto 1.433 ettari di terra espropriati ai proprietari terrieri. Posseggono un Atto di consegna e ricevimento delle terre da parte della Segreteria della Riforma Agraria.

Gli zapatisti lavorano la terra in forma collettiva e rifiutano di dividerla individualmente. Assicurano che farlo significherebbe tornare a prima del 1994. Tuttavia, un piccolo gruppo della Orcao, che abbandonò la comunità e vendette le proprie case, appoggiato all’inizio dall’Esercito federale e dalla polizia, insiste da 19 anni nel voler frazionare l’appezzamento, stilare certificati di proprietà e vendere individualmente ciò che è il prodotto di una lotta comune.

Gli attacchi della Orcao contro le basi di appoggio dell’EZLN in questi anni sono stati una costante. Non si limitano a Cuxuljá, ma comprendono diversi municipi. L’ultimo è stato quello del 23 febbraio a Chilón, quando la Orcao, i Chinchulines (altro noto gruppo di paramilitari attivo in Chiapas, ) e alcuni membri di Morena sequestrarono e violentarono alcuni rappresentanti della comunità, una rappresaglia contro la partecipazione alle Giornate in Difesa del Territorio e della Madre Terra.

Queste aggressioni sono state effettuate regolarmente nel quadro di un’offensiva governativa per cercare di debilitare gli zapatisti e contenere la loro avanzata. I governi di turno (perfino quello attuale) appoggiano la Orcao con risorse economiche, progetti produttivi (molti dei quali di allevamento), copertura politica e impunità da parte della polizia, al fine di erodere e logorare il consenso dell’EZLN.

Solo un anno fa, gli zapatisti hanno annunciato la creazione di sette nuovi Caracoles, che andavano ad aggiungersi ai cinque esistenti. Così facendo dispongono di 43 sedi di auto-governo, senza alcuna relazione con gli organi di governo ufficiali. L’EZLN ha annunciato inoltre la sua opposizione al Tren Maya e al Corridoio Interoceanico. La nuova battaglia di Cuxuljá e la guerra senza soluzione di continuità dei paramilitari di Chenalhó sono parte di una strategia di contenimento contro la crescita dello zapatismo. Una strategia che non sembra affatto preoccupata delle conseguenze sulla popolazione indigena e sulla tenuta del Paese.


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