Il supermercato di Einstein

Il supermercato di Einstein

Loredana Fraleone*

Chi ha detto che un’ora sia di 60 minuti e non di 50, 45, 40 o che un metro corrisponda a 100 centimetri? Gli organici, intesi come personale della scuola, possono essere paralleli, in quanto formati da lavoratori provvisori, cioè precari che più non si può. Persino l’autonomia è giocata dai provvedimenti del Governo sul sistema di istruzione, per rendere tutto più relativo.

Modificati parametri, relativi a tempo e spazio, in modo da mettere pezze peggiori del buco, si invitano le Istituzioni scolastiche e le Amministrazioni locali a trovare spazi, che possano contenere anche 27/30 alunni per classe, come potrebbero consentire quelli delle caserme, ad esempio. Tutto pur di non spendere come si dovrebbe per l’Istruzione, allineandosi magari alla media europea, non per spendere come i paesi più simili al nostro, Spagna, Francia, ma semplicemente alla media.

Siamo di fronte a dei trucchi, che puntano a “recuperare” tempo scuola, sottratto agli alunni, per poterlo ridistribuire, ma non si dice come, nei confronti del personale, questa volta nel rispetto di un orario fatto di ore di 60 minuti. Einstein non c’entra nulla, naturalmente, con questo relativismo d’accatto, che somiglia più a pratiche illusionistiche, che a una teoria complessa al tal punto da produrre un impatto difficile anche per gli scienziati del secolo scorso.

Con questi provvedimenti l’autonomia differenziata avanza dal basso, il “fai da te” imposto a scuole e Amministrazioni locali accentuerà differenze già esistenti e ne amplierà le conseguenze, come per le Università, che si ritroveranno i foEinsteinndi ordinari ridotti con un aumento della quota premiale, avvantaggiando chi lo è già.

Altro che lotta alle disuguaglianze, che persino il Papa denuncia quasi quotidianamente! Oltre all’impoverimento materiale si accetta, o forse si punta, anche a quello culturale, utilissimo ad una egemonia fondata sulla manipolazione delle menti, dai consumi alla competizione più sfrenata. Del resto siamo ormai al povero Einstein che viene collocato nell’immaginario collettivo, dalla pubblicità, come un “intelligente” consigliere d’acquisti.Questi provvedimenti furbeschi, compresa la didattica a distanza utilizzabile nelle scuole superiori e tutte le contraddizioni di cui sono portatori, dovranno superare però la dura prova della realizzazione a settembre. A maggior ragione non bisogna desistere dagli obiettivi che hanno avuto una certa visibilità negli ultimi mesi, di un aumento di un punto di PIL per l’istruzione, della riduzione degli alunni per classe con un massimo di 15, dell’assunzione del personale necessario, di un piano di edilizia scolastica che oltre a garantire spazi adeguati ne modifichi le strutture, in molti casi ancora simili agli ospedali e alle carceri. Una proposta per una scuola messa in condizione di curare, cosa che può fare solo in presenza, ognuna e ognuno, per l’espansione del diritto allo studio, per una predisposizione ad essere riformata e garantire veramente questo diritto, innanzi tutto per capire la società e il mondo.

*Responsabile Scuola Università Ricerca PRC-S.E.

 


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