Il riscatto del Sud, una battaglia politica fondamentale per Rifondazione comunista

Il riscatto del Sud, una battaglia politica fondamentale per Rifondazione comunista

Il Partito della Rifondazione comunista denuncia all’opinione pubblica lo scippo di risorse che si prospetta ai danni delle popolazioni del Mezzogiorno d’Italia e sostiene tutte le iniziative che chiedono la modifica degli orientamenti contenuti nel Documento di Economia e Finanza recentemente approvato dalle Camere. Questo DEF, infatti, non solo ripropone la logica nefasta delle dismissioni della presenza pubblica in economia, logica che ha segnato il fallimentare modello di sviluppo economico degli ultimi decenni, ma infligge un ulteriore, gravissimo colpo al Sud.

Anzitutto, per l’impiego dei soldi che vengono dalla Unione Europea il testo afferma la “possibilità di trasferire risorse tra i tre fondi della politica di coesione e tra le diverse categorie di Regioni”. La qual cosa implica che l’attuale vincolo dell’80% destinato alle regioni meridionali, quelle che per la stessa Unione Europea sono “in ritardo di sviluppo”, possa essere tranquillamente aggirato.

Inoltre, nel capitolo dedicato alle “risorse destinate alla coesione territoriale e i fondi nazionali addizionali” manca l’indicazione dei programmi di spesa su cui applicare la riserva del 34% degli investimenti pubblici al Sud, così come richiesto dalla legge n. 18/2017. In altri termini, non si destina specificamente nulla al Meridione, ma si fanno rientrare tutte le somme in un unico piano di spesa, con l’ovvia penalizzazione proprio del Mezzogiorno d’Italia, poiché, come tutti sanno, in questo perverso sistema economico il denaro “spontaneamente” si indirizza nei luoghi dove è già maggiormente concentrata la ricchezza penalizzando i luoghi più poveri.

Se il Parlamento non modificherà questi due punti critici – e può farlo nel prossimo settembre con la “Nota di aggiornamento al def” – avremo una crescita ulteriore della distanza tra le regioni meridionali e il resto dell’Italia. Ma togliere risorse al Sud è davvero miope, oltre che ingiusto, perché senza il Mezzogiorno non c’è ripartenza che tenga. Il Sud è una straordinaria risorsa del Paese, e inchiodarlo a luogo marginalizzato, a mercato di solo sfruttamento e consumo, significa minare alla radice l’intera economia italiana.

Il Partito della Rifondazione Comunista unisce dunque la sua voce a quanti stanno formalmente chiedendo a deputati e senatori di votare un ordine del giorno di indirizzo che blocchi qualsiasi penalizzazione del Sud sui fondi europei e sulla percentuale del 34% degli investimenti nazionali. Sosteniamo con forza la richiesta che siano anche formalmente cancellati i vulnus aperti dal DEF alle politiche di riequilibrio e perequazione territoriale esplicitamente richiamate dalla nostra Costituzione. Anzi, la “Nota di aggiornamento al Def” del prossimo settembre dovrebbe corrispondere davvero a quanto prescritto dal comma 5 dell’art. 119 della Costituzione, e cioè che lo Stato, “per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città Metropolitane e Regioni”. Il che significa prevedere, ad esempio, che la regola del 34% valga anche per le aziende partecipate dallo Stato e dalle istituzioni locali.

La prospettiva che indichiamo, in sostanza, non è solo di impedire ulteriori scippi di risorse alle regioni meridionali; e neppure è quella di mantenere inalterate le attuali differenze tra Sud e Nord Italia. Indichiamo piuttosto l’urgenza di un intervento a largo raggio, coordinato e sostenuto dallo Stato, che si proponga di diminuire subito, e annullare in un ragionevole arco di tempo, l’attuale, insostenibile differenziale di sviluppo tra le diverse aree geografiche del nostro Paese.

Il PRC indica, dunque, la battaglia per lo sviluppo ecocompatibile delle regioni meridionali come una assoluta priorità dell’agenda politica, ed impegna tutto il Partito a sostenerla: non è una “questione dei meridionali”, ma una fondamentale “questione degli italiani”, e segnatamente delle classi popolari italiane.

In tale quadro, Rifondazione comunista sosterrà L’Assise promossa dal Laboratorio per il Sud del prossimo giugno finalizzata a varare una “Carta dei diritti del Sud, per il Sud e per l’Italia”, e attiverà tutte le sue energie per farlo diventare un appuntamento centrale della vicenda politica italiana.

Documento proposto dal gruppo di lavoro sul Mezzogiorno approvato dalla direzione nazionale il 6 maggio. 


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