Il vento di Orban spira verso la Slovenia

Il vento di Orban spira verso la Slovenia

*Iztok Furlanič

Dopo l’Ungheria anche in Slovenia si respira aria di “un uomo solo al comando”. Janez Janša, il nuovo premier sloveno, ha da poco (il 13 marzo) avuto la fiducia del parlamento. Appena entrato, non ha aspettato molto per dare un’impronta al nuovo governo di coalizione di centrodestra, è subentrato al governo Šarec, di centrosinistra che aveva il sostegno esterno di Levica (Sinistra).

Da vecchia volpe della politica slovena, Janez Janša si è subito dato da fare. I primi a fare le spese del cambio di governo sono stati i vertici degli organismi per la pubblica sicurezza. Con la scusa dell’emergenza coronavirus, la Slovenia (che ricordo si trova sul confine orientale del nostro Paese) sta viaggiando a piene vele verso uno Stato sempre più autoritario. Se non si tratta di un colpo di Stato poco ci manca.

L’unità che in teoria dovrebbe gestire l’emergenza e che non era prevista a livello costituzionale, sta gestendo anche cose che con il virus poco hanno a che fare. Janša è già stato primo ministro in passato e i suoi governi sono stati fortemente autoritari, pregni di corruzione e di scontri aperti con chiunque non era completamente succube o politicamente vicino a lui. Leader del Partito Democratico sloveno, (che di democratico ha poco o nulla) alle ultime elezioni ha avuto la maggioranza relativa dei voti, ma non è riuscito a trovare partiti disposti a sostenere una sua candidatura.

Poi le cose sono cambiate e due partiti che sostenevano la coalizione di centrosinistra (il Partito dei pensionati ed il Partito del moderno centro), dopo le dimissioni del primo ministro Marjan Šarec erano di fronte a due ipotesi: la scomparsa politica, visti i sondaggi elettorali per loro molto negativi, o il salto della quaglia con il sostegno alla nuova coalizione capeggiata da Janša. Inutile dire quale scelta sia stata fatta.

Janša in passato è stato indagato ed incarcerato, poi prosciolto grazie alla Corte Costituzionale in cui aveva piazzato suoi uomini.

Il buon Janša è stato accusato di aver accettato fondi da Orban, il premier ungherese al quale non ha mai nascosto di ispirarsi. Ma coi cambi ai vertici della polizia, ogni inchiesta su finanziamenti illeciti pare destinata a chiudersi in un nulla di fatto.

Populista e demagogo, Janša non ama il contraddittorio, tant’è che ha inventato le conferenze stampa…senza la stampa.

Di colpo di Stato non si può ancora parlare. E al momento forse il termine più consono è quello di “Stato di polizia”. In Slovenia il presidente della repubblica (eletto direttamente dai cittadini, ma per intendersi con competenze abbastanza simili a quelle di Mattarella) dovrebbe vigilare sul rispetto delle norme costituzionali. Ma per il momento, il presidente sloveno, Borut Pahor, ha seguito l’evolversi della situazione con notevole passività. Vedremo se il suo comportamento resterà tale anche nel prossimo futuro o se nuove prove di forza antidemocratiche di Janša – e chi lo conosce sa che non tarderanno ad arrivare – lo costringeranno a muoversi.

*PRC Trieste

Il vento di Orban spira verso la Slovenia.

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