Rifondazione Comunista; Confindustria del nord, i veri untori

Rifondazione Comunista; Confindustria del nord, i veri untori

 

Nello stesso giorno in cui un nuovo rialzo del numero dei contagiati contraddice la timida tendenza alla riduzione registrata per una manciata di giorni, Confindustria del nord, pubblica un documento col quale preme sul governo per la fine del Lockdown.

Ci tocca ripeterlo ancora: la tragedia di Bergamo col suo carico di morti evitabili, causata dalla mancata istituzione della zona rossa e dal mantenimento in attività delle produzioni non è servita a nulla?

L’emergenza è tutt’altro che terminata e gli instabili miglioramenti registrati fin qui sono il frutto del distanziamento sociale ottenuto anche con la chiusura delle attività economiche dopo i picchi di contagi del 20, 21 e 22 marzo.

Solo il più totale disprezzo per la salute e la vita delle persone può motivare la riproposizione di condizioni che sono state all’origine delle sofferenze e dei lutti che hanno afflitto tante famiglie italiane. Solo una visione condizionata dalla brama di profitti a breve può ignorare il rischio di vanificare tutti gli sforzi e i sacrifici sopportati fin qui dal Paese.

Chi avanza la richiesta di riaprire subito, pur ammantata del farisaico proposito di mettere al primo posto la salute dei lavoratori, è la stessa Confindustria i cui aderenti hanno sepolto le prefetture di richieste di deroghe alla chiusura impedendone di fatto il compito.

Con il risultato che moltissime produzioni non essenziali hanno continuato a operare come nulla fosse grazie anche al fatto che le agenzie preposte al controllo sono state ridotte all’impotenza da anni di tagli e deregolamentazioni.

È totalmente risibile la garanzia che le aperture avverrebbero in sicurezza quando di fatto si rimetterebbero in movimento molti milioni di persone con mezzi di trasporto e luoghi di lavoro ad alto rischio, con dispositivi di protezione totalmente inadeguati.

Se il governo prendesse in considerazione le richieste di Confindustria lo riterremo corresponsabile delle gravi conseguenze sulla salute e la vita delle persone.

La richiesta di Confindustria sia respinta al mittente! Le scelte mettano al primo posto il diritto alla salute, non i profitti!

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale

Antonello Patta, Responsabile lavoro, Partito della Rifondazione Comunista -Sinistra Europea


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