Bergamo. La vera storia della mancata zona rossa e le responsabilità di governo e regione

Bergamo. La vera storia della mancata zona rossa e le responsabilità di governo e regione

 

Tra il 20 e il 25 febbraio, Mentre sindaci leghisti e del Pd invitavano la gente a frequentare ristoranti e centri commerciali il Prc, raccogliendo un’ inquietudine diffusa tra la popolazione per il numero di casi di coronavirus e per l’anomalo numero di morti in casa e nelle case di riposo, aveva chiesto l’istituzione della zona rossa nella bassa Val Seriana.
Ora è accertato che della gravità della situazione si sia discusso nella riunione Comitato tecnico scientifico del 3 marzo e che quindi Governo, Regione, protezione civile  e ISS  fossero perfettamente informati di quanto stesse accadendo.
Sappiamo addirittura che la notte del 7 marzo l’esercito cominciò a dispiegarsi nella zona per attuare il blocco, ma alle undici le operazioni vennero annullate.
Allora perché si fece la scelta criminale di non istituire la zona rossa? Perché si è lasciato irresponsabilmente che il contagio si diffondesse prima in tutta la provincia e poi nelle province vicine  causando una strage che poteva essere evitata?
Assistiamo sui giornali a uno  scaricabarile delle colpe tra Conte e Fontana, farsesco se non riguardasse una tragedia di cui portano ambedue la responsabilità.
Fontana afferma il falso quando dice che che non ne aveva la competenza: la legge 833/1978  gli conferisce la possibilità, in situazioni di emergenza  di adottare ordinanze proprie, anche più restrittive di quelle emanate dal governo centrale.
Conte afferma due volte il falso se è vero quanto riportato da un intervista sul Fatto Quotidiano in cui afferma di non averla istituita a Bergamo per attuarla il 7 marzo in tutta la Lombardia.
Tutti e due nascondono la verità non dicendo che non venne istituita la zona rossa, noi crediamo, per le pressioni degli industriali che non volevano chiudere le fabbriche.
Questo nonostante proprio gli interscambi di diverse di esse con la Cina siano all’origine della diffusione del contagio.
Conte, inoltre, afferma una cosa non vera quando dice di aver istituito la zona rossa per tutta la Lombardia: quella venne definita zona arancione proprio perché non vennero limitate le attività economiche e produttive di cui si parlerà solo nel decreto del 23 marzo.
La verità è semplice nella sua crudezza: i profitti sono stati anteposti alla salute e alla vita dei cittadini.
Siamo in profondo e totale disaccordo con la proposta di immunità per tutti i responsabili politici in relazione alle decisioni assunte nell’emergenza.

Il Prc sarà al fianco di chi, come stanno già stanno facendo i familiari delle persone decedute in diverse case di riposo, si organizzerà per chiedere giustizia.

Antonello Patta, Segretario Regionale Lombardia, Francesco Macario, Segretario Provinciale Bergamo PRC-S.E.

 


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