Strage dopo la rivolta nel carcere di Modena. Chiediamo chiarezza su quanto accaduto

Strage dopo la rivolta nel carcere di Modena. Chiediamo chiarezza su quanto accaduto

di Stefano Lugli* 

Non sappiamo ancora cosa sia accaduto nel carcere di Modena ma è sconvolgente leggere che la rivolta scoppiata nella giornata di domenica 8 marzo abbia avuto come esito la morte di sei detenuti e agenti sequestrati e picchiati. Una strage dalle proporzioni enormi che non ci lascia indifferenti. Le associazioni a tutela dei diritti dei detenuti avevano messo in guardia le istituzioni e i responsabili politici della situazione esplosiva che l’emergenza sanitaria da coronavirus avrebbe provocato nelle carceri, ma i loro appelli sono stati inascoltati con la conseguenza che l’annuncio pasticciato del decreto governativo ha dato il via a rivolte generalizzate.

A noi pare evidente che se la limitazione delle libertà personali è di difficile applicazione per chiunque lo sia ancora di più per chi vive una situazione di restrizione in carcere in condizioni di sovraffollamento. Condizioni in cui le raccomandazioni alla distanza interpersonale di un metro non sono applicabili e in cui i contatti con i familiari e il mondo esterno sono sospesi o rarefatti rendendo ancora più duro lo scontare della pena.

Il paese sta vivendo una situazione eccezionale e inedita, e tale condizioni deve coinvolgere anche il mondo dei penitenziari. Chiediamo a Governo e Regione la rapida individuazione delle misure più idonee a garantire la limitazione della diffusione del contagio da coronavirus nelle carceri, non escludendo a priori il ricorso alla detenzione domiciliare. Inoltre chiediamo provvedimenti immediati per consentire ai detenuti di fare e ricevere telefonate per avere contatti con il mondo esterno a tutela del benessere psicofisico dei reclusi come dei loro famigliari all’esterno.

Chiediamo ci sia un’inchiesta rapida su quanto accaduto nel carcere di Modena, e fin da ora respingiamo le richieste di ulteriori misure repressive per i detenuti che Lega e Fratelli d’Italia stanno chiedendo a gran voce senza porsi il tema delle ragioni delle proteste che stanno scuotendo le carceri italiane.

*Stefano Lugli
Segretario regionale PRC Emilia-Romagna

P.S.: Se non si comprende che la miccia che ha fatto esplodere le violenze nelle carceri italiane ha radice nella compressione dei diritti dei reclusi a causa di un sovraffollamento che impedisce ogni attività educativa non si trova soluzione al problema e si legittima la repressione come unica risposta. 

Il carcere di Modena ha un sovraffollamento del 142% e 1 educatore ogni 168 reclusi. Numeri su cui si dovrebbe aprire una riflessione, oppure possiamo chiedere la pena di morte per liberare le carceri.
 
Alcuni link utili per chi vuole approfondire
 
- Rapporto Antigone del 2018:
 
- Una sintesi al giugno 2019:
- Un aggiornamento al dicembre 2019:

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