Palermo: grave intimidazione di polizia contro militanti di Rifondazione. Polizia brandisce articolo 18, ma è quello sbagliato

Palermo: grave intimidazione di polizia contro militanti di Rifondazione. Polizia brandisce articolo 18, ma è quello sbagliato

Due compagni di Rifondazione Comunista sono stati circondati, perquisiti e identificati dalla polizia questa mattina a Palermo mentre esercitavano un  normale diritto democratico sancito dalla Costituzione: distribuivano semplicemente volantini  ai lavoratori davanti alla Leonardo nell’ambito della nostra campagna su pensioni e salari. Come se non bastasse sono stati trattenuti in attesa della Digos che ha poi ripetuto l’identificazione. La cosa più grave e grottesca è che la Digos ha verbalizzato che i nostri compagni (che erano 2 non 500) stavano facendo una “manifestazione non autorizzata”, cioè che stessero violando l’articolo 18 del Tulps (Testo unico pubblica sicurezza) che al contrario di quello dello Statuto dei Lavoratori non è stato abrogato. Comunque si tratta di un articolo che ben conosciamo e riguarda incontri in luogo pubblico o aperto al pubblico di cui bisogna dare preavviso almeno tre giorni prima al questore (presidi, comizi, manifestazioni, ecc.). Non ci risulta che un volantinaggio rientri in questa fattispecie.
Questa è una pura intimidazione. Dei cittadini onesti saranno chiamati a rispondere di aver esercitato i loro diritti democratici? Si tratta dell’ennesimo intervento contro lavoratori da parte di polizia e questure. Nei giorni scorsi a Lanciano (Ch) il questore ha sgomberato un picchetto nella notte scortando tir dell’azienda che delocalizzava. E al governo non c’è Salvini. C’è un problema nelle forze dell’ordine che troppi sottovalitano. In questo paese l’agibilità democratica è a rischio. Denunciamo questo atto di intimidazione verso militanti che fanno politica con le mani pulite e alla luce del sole; condanniamo con forza  l’utilizzo della polizia per inibire l’esercizio di fondamentali libertà democratiche. Si tratta di un clima repressivo verso le lotte dei lavoratori con episodi più o meno gravi che si ripetono troppo di frequente. 
Pretendiamo che il governo e il ministero dell’interno utilizzino le forze di polizia per applicare la Costituzione e le leggi vigenti contro i neofascisti che continuano impunemente a diffondere odio razziale nonostante il loro protettore principale non sia più al governo.
Noi continueremo con più determinazione di prima la nostra campagna sociale “Facciamo come in Francia” per i diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori.
Si dice che la politica è lontana dal mondo del lavoro, poi chi davanti alle fabbriche ci va ancora viene trattato come un delinquente. 
 
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
facciamo come in francia

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