Dichiarazione finale dell’incontro mondiale contro l’imperialismo (Caracas, 22-24 gennaio 2020)

Dichiarazione finale dell’incontro mondiale contro l’imperialismo (Caracas, 22-24 gennaio 2020)

Noi, delegazioni dei partiti politici e movimenti sociali riuniti a Caracas, capitale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in occasione dell’ “Incontro Mondiale contro l’Imperialismo”, dopo la discussione realizzata, siamo arrivati alle seguenti conclusioni:

Il futuro dell’umanità è in grave pericolo. La pace del pianeta è seriamente minacciata come risultato di una politica di aggressioni militari degli USA e dei suoi alleati, così come della mortale corsa agli armamenti che porta solo dividendi alle grandi imprese dell’industria militare. La guerra è il meccanismo prediletto dell’espansionismo imperiale, in particolare degli Stati Uniti e questo si nota drammaticamente nei conflitti più recenti che hanno colpito gravemente i popoli della Siria, Yemen, Iraq, Libia, Afghanistan e tutta la regione.

Allo stesso modo la specie umana subisce le distruzioni generate dalla voracità di un modello economico che nella sua corsa suicida distrugge la natura per l’insaziabile ossessione di massimizzare il profitto. Questa è esattamente la logica del sistema capitalista, il quale non solo compromette il suo stesso funzionamento, ma mette l’umanità in pericolo di estinzione.
Il modello neoliberista che usa la globalizzazione delle grandi corporazioni sotto la dominazione degli Stati imperialisti, ha dato all’economia mondiale una grande fragilità. Le crisi sono ormai ricorrenti e i grandi speculatori finanziari dominano il pianeta. Alla distribuzione della ricchezza generata è stato imposto un parametro di disuguaglianze, ingiustizie ed esclusione che colpisce una parte crescente della popolazione mondiale.

I flagelli della povertà e della miseria colpiscono miliardi di persone come mai prima nella storia dell’umanità. Senza dubbio, lo sviluppo del capitalismo genera fenomeni insostenibili, dal visto di vista sociale, politico ed etico.

A questo si aggiunge una crisi etica derivata dal modo di vita imperante nelle economie di mercato, dove vengono seppellite le culture nazionali e i valori umani, per imporre la società del consumo. Il culto degli antivalori del capitalismo contribuisce a potenziare la crisi della condizione umana generata dall’attuale modello di convivenza.
L’imperialismo è in crisi e questo lo rende ancora più aggressivo, pericoloso e distruttivo. Di fronte al tramonto del mondo unipolare, l’imperialismo statunitense rafforza una strategia di dominazione globale. L’atteggiamento geopolitico della Casa Bianca nei confronti della resistenza dei popoli e dell’irruzione di potenze emergenti, è quello di difendere la propria egemonia con una politica neocoloniale orientata ad appropriarsi delle risorse naturali, in special modo le risorse energetiche, controllare i mercati e dominare politicamente le nazioni.

Per preservare l’ingiusto ordine mondiale attuale, l’imperialismo violenta il diritto pubblico internazionale, ha reso il mondo un grande teatro di operazioni militari, sviluppa misure coercitive unilaterali, impone leggi di carattere extraterritoriale, attacca il multilateralismo, viola la sovranità delle nazioni e sopprime l’autodeterminazione dei popoli. Nella sua arrogante concezione, le sue frontiere arrivano fino a dove si estendono i propri interessi espansionistici.

In consonanza con questa politica, l’imperialismo ricorre agli interventi militari, alla destabilizzazione politica dei governi, alle guerre e al blocco economico. La sua pianificazione strategica concepisce la NATO come il braccio militare del neoliberismo. In più, nell’ambito della dottrina della guerra non convenzionale, azioni terroristiche, l’uso dei paramilitari, la guerra giudiziaria contro i leader antimperialisti e l’assassinio selettivo, sono alcune delle azioni più emblematiche di una politica genocida, che mette in pericolo l’umanità.

Queste pratiche sono state “legittimate” attraverso l’industria culturale del capitalismo, le grandi transnazionali della comunicazione e l’uso delle reti sociali. Allo stesso modo l’uso del “Big Data” è diventato una formidabile arma per modificare il comportamento della popolazione e influenzare le sue decisioni politiche.
Nel tentativo di imporre il “pensiero unico”, i potenti del mondo manipolano le credenze religiose, cercano di giustificare le attuali relazioni di potere in detrimento alla democrazia, impongono il libero mercato, il razzismo di matrice eurocentrica, la segregazione delle minoranze, l’oppressione di genere, il carattere eugenetico del modello educativo globale, e molti altri fattori, che conformano perfettamente i requisiti della dittatura del capitale.

Il capitalismo neoliberista rafforza lo sfruttamento dei lavoratori, opprime ancora di più la donna in funzione della massimizzazione del profitto per le grandi imprese transnazionali, compromette il futuro della gioventù e distrugge l’identità dei popoli originari. Tutto questo evidenzia come la soluzione ai grandi problemi del mondo di oggi richiede un nuovo modello di convivenza umana.
È in questo contesto che il mondo multicentrico e multipolare emerge con maggior forza. Il rafforzamento politico ed economico di potenze come Russia e Cina, insieme ad altre nazioni fanno da contrappeso sempre più seriamente al potere dell’imperialismo statunitense. Evidentemente l’eroica resistenza in Medio Oriente, le lotte dei popoli dell’America Latina e dei Caraibi hanno contenuto e fatto retrocedere i piani dell’imperialismo.

Inoltre, le esperienze dei governi progressisti nel mondo si palesano come un’alternativa rispetto al neoliberismo. Un esempio di tutto ciò è la Rivoluzione Bolivariana, che si propone come un riferimento antimperialista con un’enorme forza popolare nell’ambito della potente unione civico-militare e sulla base del pensiero del Libertador Simon Bolivar e del Comandante Hugo Chavez.
Questo ha provocato il brutale attacco dell’imperialismo statunitense contro il popolo venezuelano, che ha dimostrato dignità e amore per la patria, ratificando il proprio cammino verso il socialismo in numerosi processi elettorali che dimostrano la vigorosa democrazia partecipativa esistente in questo Paese. Le difficili e dure giornate di lotta popolare hanno sconfitto le minacce di intervento militare statunitense, i tentativi di colpi di Stato e la violenza terrorista.

Questo esempio di lotta, insieme a quella del Nicaragua e di Cuba, così come le recenti vittorie in Argentina e Messico, ha permesso di rafforzare le forze antimperialiste e contribuirà a rafforzare i nuovi meccanismi di integrazione regionale (CELAC, ALBA-TPC, PETROCARIBE, etc.). Sebbene in Honduras, Paraguay, Brasile, Ecuador, El Salvador e Bolivia si sia riproposto il neocolonialismo nell’ambito della nuova edizione della Dottrina Monroe, le lotte popolari continuano.
Anche nel resto del mondo i popoli resistono, si ribellano e i governi popolari esercitano la loro sovranità. L’unità antimperialista è un obiettivo strategico improcrastinabile.

In questo contesto l’ “Incontro Mondiale contro l’Imperialismo”, dichiara:

Esortiamo i popoli del mondo a lottare per la vita, la preservazione della natura e contro le condizioni strutturali che generano il cambiamento climatico.
Allo stesso modo esigiamo che le nazioni sviluppate lavorino con decisione per evitare la distruzione del pianeta e in particolare che gli Stati Uniti superino l’atteggiamento primitivo che pretende disconoscere il terribile danno che l’attuale modello produttivo basato sull’accumulazione del capitale causa alla natura.
Sosteniamo la richiesta di costruire un ordine internazionale più giusto, che metta in primo piano gli interessi dei popoli e permetta sviluppare politiche di inclusione e di giustizia sociale per superare le gigantesche disuguaglianze sociali ed economiche che imperano tra le nazioni del mondo.
Facciamo appello ai cittadini del mondo a difendere la pace, la sovranità dei popoli e a sostenere le legittime lotte per il progresso socio-economico sulla base di un’ampia piattaforma di lotta unitaria contro il nemico comune, l’imperialismo statunitense.
Ripudiamo l’applicazione delle illegali misure coercitive unilaterali delle potenze imperialiste, dato che sono politiche criminali che danneggiano i popoli. In particolare condanniamo la politica genocida del blocco economico che si applica contro le nazioni del mondo che esercitano la propria sovranità.

Ripudiamo la militarizzazione della Nostra America e in particolare la presenza delle basi militari degli Stati Uniti in America Latina e nei Caraibi.
Condanniamo nella maniera più energica possibile l’invasione militare e le altre aggressioni commesse dall’imperialismo contro i popoli del Medio Oriente. In particolare ripudiamo la violazione della sovranità della Siria e dell’Iraq, le aggressioni alla Repubblica Islamica dell’Iran, come il vile omicidio del Comandante Qasem Soleimani, martire dei popoli del mondo che lottano per la libertà.

Esigiamo il rispetto della sovranità del Venezuela, di Cuba e del Nicaragua, e allo stesso modo appoggiamo gli sforzi di Nicolas Maduro Moro, Presidente Costituzionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela per mantenere la pace.
Denunciamo il tentativo orchestrato dalla Casa Bianca di censurare le imprese multi-statali TeleSur e HispanTV. Questo atto costituisce un affronto alla libertà di espressione dei popoli.
Condanniamo il colpo di Stato, orchestrato da Washington, contro il presidente Evo Morale Ayma. Ripudiamo la cruenta repressione e il razzismo contro il popolo dello Stato Plurinazionale della Bolivia.

Allo stesso modo l’ “Incontro Mondiale contro l’Imperialismo”, decide di:

Costruire una Piattaforma Unitaria Mondiale organizzata per continenti, regioni sub-regioni e Paesi, con l’obiettivo di affrontare l’imperialismo. Questa struttura organizzativa verrà costituita prestando attenzione alle peculiarità di ogni territorio.

Realizzare nel corso del 2020 “Incontri Continentali Contro l’Imperialismo” con lo scopo di formare le piattaforme unitarie continentali, regionali e sub-regionali articolate intorno a un piano di lotta comune contro l’imperialismo.

Convocare il “II° Incontro Mondiale Contro l’Imperialismo” da realizzarsi a Caracas, capitale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, per definire il nome della Piattaforma Unitaria Mondiale, così come l’articolazione delle differenti piattaforme continentali, regionali e un piano comune mondiale che gemelli la lotta dei popoli.

In ultimo, l’ “Incontro Mondiale Contro l’Imperialismo” concorda di fare propria l’Agenda di Lotta adottata nell’ “Incontro internazionale dei Lavoratori e delle Lavoratrici in Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana”, assunta dal “I° Congresso Internazionale delle Donne”, dal “Congresso Internazionale delle Comunas, Movimenti Sociali e del Potere Popolare”, dal “I° Incontro Internazionale dei Popoli Indigeni”, dal “Congresso Internazionale degli Afrodiscendenti” e dal “Congresso Internazionale della Comunicazione”, tenutisi nella Repubblica Bolivariana del Venezuela durante il 2019, agenda che include:
1. realizzare una giornata internazionale di mobilitazione in appoggio alla Rivoluzione Bolivariana e contro il neoliberismo il 27 febbraio del 2020 (Commemorazione dei 31 anni dalla prima insurrezione a Caracas contro il neoliberismo)
2. convocare una mobilitazione mondiale per la pace in Venezuela, nella Nostra America, contro i piani di guerra del governo degli Stati Uniti per il mese di aprile del 2020
3. costruire una giornata internazionale di ripudio alla Dottrina Monroe, contro il Blocco e le altre misure coercitive unilaterali per il 28 giugno 2020
4. creare in vista del prossimo Incontro, una Commissione Coordinatrice delle delegazioni presenti all’ “Incontro Mondiale contro l’Imperialismo” con lo scopo di concretizzare il presente piano.
Approvato nella città di Caracas, Culla del Libertador Simon Bolivar e Capitale della Repubblica Bolivariana de Venezuela, il 24 gennaio 2020.

 


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