Abruzzo: Garante Nazionale dei detenuti conferma accuse di Rifondazione

Abruzzo: Garante Nazionale dei detenuti conferma accuse di Rifondazione

di Maurizio Acerbo
Nei giorni scorsi abbiamo denunciato una vergognosa iniziativa del neo-eletto Garante dei detenuti della Regione Abruzzo e la nostra protesta è stata ripresa e rilanciata a livello nazionale da articoli sui quotidiani il Manifesto e Il Riformista e servizi di Radio Radicale. Essendo stato l’autore della legge che nel 2011 ha istituito la figura del Garante regionale ho sentito il dovere di protestare e di chiedere le dimissioni del garante.
Fortunatamente è intervenuto con un comunicato ufficiale il Garante Nazionale dei Detenuti Mauro Palma che 
ha sostanzialmente confermato tutte le critiche che avevo espresso rispetto all’iniziativa del neoeletto Garante Regionale:
Palma esprime “molto stupore” per la nota del garante regionale, dice chiaramente che la ”ricerca in cantiere avrebbe caratteristiche inaccettabili” (…) “in contrasto con standard e indicazioni anche del Comitato europeo contro la tortura (CPT) oltre che dei principi su cui si basa l’azione del Garante nazionale”, “ritiene perlomeno inopportuno che un’Autorità di garanzia si renda promotrice e attrice di iniziative che rientrano in realtà nella sfera del proprio controllo indipendente”.
 
In sintesi il garante regionale Cifaldi ha usato il proprio ruolo per promuovere una propria ricerca in palese conflitto di interessi visto che il suo compito istituzionale sarebbe quello di esercitare un’azione di controllo su eventuali attività di questo genere.
 
Sulla natura poi della ricerca le parole del Garante nazionale sono dure anche più dei comunicati di Rifondazione Comunista.
D’altronde a chiunque sono tornate in mente le celebri scene dal film Arancia Meccanica leggendo che il Garante-criminologo Cifaldi si propone di portare avanti “la conduzione di “test” che comprendono “registrazioni posturo-stabilometriche e termografiche” di reazioni a “stimoli somministrati attraverso immagini emotivamente significative ed emotivamente neutre”.
 
Apprendiamo dal Garante Nazionale che quanto dichiarato da Cifaldi non corrisponderebbe neanche al contenuto del Protocollo sottoscritto con l’amministrazione penitenziaria e che il prof. Cifaldi si sarebbe impegnato a far rimuovere il suo comunicato dal sito del consiglio regionale (cosa che per il momento non ha fatto).
 
Ancora una volta la Regione Abruzzo fa una figuraccia per l’incompetenza del ceto politico che non è stato capace nemmeno di eleggere un vero Garante dei detenuti. Cifaldi è stato eletto con il voto favorevole di Lega, destra e M5S e l’astensione del centrosinistra.
Va detto che si tratta del candidato sponsorizzato dal M5S che nella passata legislatura aveva fatto saltare la nomina di Rita Bernardini perchè condannata per le campagne per la legalizzazione della cannabis che tra l’altro lo stesso M5S in teoria dovrebbe condividere.
Il silenzio della politica regionale sulla vicenda in questi giorni è stato e rimane imbarazzante. Nessun consigliere dell’opposizione si è accorto del progetto contestato da me e definito “inaccettabile” dal Garante Nazionale. 
 
Il compito che la legge regionale affida all’Ufficio del Garante è quello di assume ogni iniziativa volta ad assicurare che alle persone detenute siano erogate le prestazioni inerenti al diritto alla salute, al miglioramento della qualità della vita, all’istruzione e alla formazione professionale e ogni altra prestazione finalizzata al recupero, alla reintegrazione sociale e all’inserimento nel mondo del lavoro, di segnalare agli organi regionali e altre istituzioni eventuali fattori di rischio o di danno per le persone, accertare omissioni o inosservanze, proporre gli interventi amministrativi e legislativi da intraprendere per contribuire ad assicurare il pieno rispetto dei diritti delle persone, proporre iniziative concrete di informazione e promozione culturale sui temi dei diritti e delle garanzie delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
Questa è una delle tante vicende che dimostrano che possiamo svolgere un ruolo anche quando rimaniamo fuori dalle sedi istituzionali e al tempo stesso che la nostra assenza pesa perchè viene a mancare un punto di vista autenticamente di sinistra.
 
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, ex-consigliere Regione Abruzzo
 


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