La Grande Privatizzazione: Bilancio e Prospettive

La Grande Privatizzazione: Bilancio e Prospettive

di Luigi Agostini*

 

  Ilva.  Eni.  Kuka

La Krisi chiama Protezione; la Protezione chiama lo Stato, la più alta forma di Organizzazione. La crisi del 2007 non fa eccezione. La Destra cambia rapidamente e disinvoltamente spalla al fucile: dalla spalla di  mercato/mercato alla spalla dello Stato interventista (Trump).

 La Sinistra resta in bambola, afona, in ordine sparso. Perche? La spiegazione sta negli anni novanta: la stagione della grande Privatizzazione ed il ruolo svolto dalla Sinistra, per meglio dire dall’ala dei Privatizzatori, diventata maggioritaria all’interno della Sinistra e restata comunque in sella fino ad oggi, tranne che in Inghilterra.

 La Privatizzazione ha portato ad un generale indebolimento dello Stato. Invece della riforma dello Stato.

 La Privatizzazione significa molte cose: va dal passaggio della Proprietà dal pubblico al privato, alla trasformazione del risparmio previdenziale in prodotto finanziario, (fondi pensione, sanitari ecc);dalle esternalizzazioni delladello Stato alla privatizzazione del rapporto di lavoro pubblico.

Del più grande passaggio di proprietà della storia italiana, emblematica la vicenda della ex Italsider oggi Ilva.

a)  Ilva. L’acciaio passa di mano a prezzi stracciati; la conseguenza industriale è la smantellamento del centro ricerche (csm). la conseguenza politica è la sconfitta politica, nel tempo, della Sinistra in tutte le città dell’acciaio.

 

 b) Eni.  L’Eni, sopravvissuta alla furia Privatizzatrice, annuncia di essersi dotata ad Erbagnone di uno dei primi supercomputer al mondo.

 Millecinquecento tra ingegneri e tecnici che attraverso la matematica algoritmica,- la potenza di calcolo,- consolidano la posizione dell’impresa nella competizione mondiale.

Viene da chiedersi: perché Lo Stato Italiano, il ministero della Sanità ad esempio, non si è fornito di tale potenza di calcolo? Uno degli ultimi grandi managers pubblici – Billia – informatizzando l’INPS e l’Inail, aveva indicato che la via giusta per riformare lo Stato-più che la via contrattuale- era la via tecnologica.

 Oggi l’INPS può gestire le pensioni dell’Europa intera; oggi, mettendo insieme i centri informatici di INAIL ed Inps si può avere la foto, minuto per minuto di quello che avviene in Italia, arma assoluta per combattere l’evasione fiscale.

 c) Kuka. Fabbrica tedesca tecnologica alla avanguardia. Acquistata, prescindendo da qualsiasi valutazione di prezzo di mercato dalla Cina. La competizione cinese-la competizione che viene da Oriente- spinge a cambiare missione alla Commissione Europea, oggi  a guida tedesca: da guardiana della Concorrenza (von Haieck), a costruttrice dei Campioni Europei/mondiali.

 Torna la Politica Industriale, cioè la Strategia Politica come al tempo del progetto Airbus, oggi leader mondiale, ma scartato a quel tempo dalla Italia, per sudditanza atlantica, a favore della Boeing americana.

 Per ricostruire il Paese bisogna ricostruire lo Stato. Nazionale ed Europeo.

Il primo passo, a mio giudizio, il primo banco di prova nella attuale situazione, è dato dalla vicenda dell’Ilva, dalla definizione della sua piena natura pubblica.

 Il secondo passo, ma già implicito nel primo, una sequenza in tre atti:

la costituzione di una Agenzia Nazionale della Ricerca (oggi le competenze sono disperse in una ventina di enti e addirittura in sette ministeri);  

una banca pubblica di investimenti per capitali pazienti, come ormai si dice, sulla scorta della Mazzucato (oggi la Cassa Depositi e Prestiti sembra più un negozio di rigattiere,un luogo in cui concentrare alla rinfusa ogni tipo di situazione, sulla spinta delle necessità del momento, che un centro regolatore e propulsore dello Stato Innovatore);

infine la riapertura della Alta Scuola di Managers Pubblici, la cui chiusura ha portato a consegnare la direzione di imprese ad avvocati e persino a commercialisti di passaggio.

 La nuova fase dei Campioni europei, impone la definizione di una strategia di lunga durata, prodotta da un cervello strategico che solo il Pubblico, la Politica può prospettare.

Questo implica a sua volta Organizzazioni, in primo luogo Sindacati e Partiti, strutturati e capaci di pensiero strategico.

Sindacati e Partiti oggi in gran parte – come diceva il grande Saramago – al di sotto del loro compito.

Ancora sulla Privatizzazione. Cosa ha provocato la Rottura tra la Sinistra ed il suo Popolo?

La mia risposta è: la Privatizzazione. Qui va ricercata la ragione di fondo, strutturale della rottura tra Sinistra e popolo e dello  smarrimento attuale della Sinistra.

 Senza una analisi della privatizzazione e delle sue implicazioni-economiche, sociali, politiche, – tutte le profferte di cambiamento si riveleranno come l’ultimo espediente tattico della lunga sequenza del camuffamento di questo ventennio.

 Serve quindi l’analisi economica. Strutturale. La analisi sociologica alla Censis facilmente diventa il miglior involucro per l’eterno trasformismo del Camuffamento delle classi e gruppi dirigenti. 

 La analisi storico-economica ci dice che gli anni novanta sono stati gli anni della Privatizzazione.

 La privatizzazione – vale ripeterlo – riguarda non solo la Proprietà, il più colossale passaggio di mano della storia italiana, ma anche la trasformazione del risparmio previdenziale in risparmio finanaziario, la privatizzazione del rapporto di lavoro pubblico (la via contrattuale della riforma dello Stato), le esternalizzazioni.

Lo schwerpunkt  del processo di privatizzazione – per dirla con Klausevitz – è dato dal cambiamento della legge bancaria, del ritorno della banca universale, cancellando la separazione tra banca di investimento e banca commerciale.

Tale separazione  era stata la principale riforma di struttura di Roosvelt, dopo la crisi del 29,e tradotta anche in Italia, nella legge bancaria del 1936.

Il Glass Steagall Act era diventato l’ultimo ostacolo al pieno dominio del capitalismo finanziario sulla economia reale.

 Si realizza la quasi totale privatizzazione, in una notte, del Sistema Bancario.

Privatizzando il sistema bancario, automaticamente, in un sistema bancocentrico come quello italiano, a cascata, si è smantellato tutto il sistema della “economia “mista”. Si realizza il grande sogno del capitalismo. Senza distinguere il Panettone dall’Acciaio.

Con precise conseguenze economiche e sociali:

a) semi- estinzione della grande impresa; la prima decisione dei privati è stato il ridimensionamento delle strutture di ricerca

b) balzo della diseguaglianza sociale per il colossale passaggio di proprietà a prezzi stracciati .

Con precise conseguenze politiche: a oggi, tanto per stare alla siderurgia, sconfitta della Sinistra in tutte le città dell’Acciaio, persino a Piombino.

La crisi del 2007 ha portato ad evidenza il colossale errore strategico della Sinistra dei Privatizzatori: uno Stato evanescente, nel momento in cui è cresciuta enormemente, per lo stesso procedere della crisi, la domanda di protezione verso lo Stato, indebolito proprio dai processi di Privatizzazione; uno Stato impotente di fronte alla crescente necessità di progettare una strategia di lungo periodo nel momento in cui si arrivano a definire i “Campioni” alla dimensione della competizione europea e mondiale.

 Le esternalizzazioni hanno solo ridimensionato lo Stato invece che rinnovarlo; la rivoluzione tecnologica ha solo lambito le strutture pubbliche, invece che innervarle, tranne che poche eccezioni.

 Perchè solo l’Eni e non anche lo Stato è dotato di un supercomputer? Perchè non la Sanità?

Oggi Nicola Zingaretti propone un Nuovo Partito. Tattica? Strategia? La prova della verità sarà costituita dal modo in cui sarà affrontato il nodo della Prospettiva Programmatica ed il nodo della Forma-Partito.

Resta un punto fermo: una nuova Sinistra non può che rinascere da un inevitabile punto/nave sulla intera vicenda della  Grande Privatizzazione.

Pensare di aggirare tale vicenda o addirittura di derubricarla a questione “ideologica”, significa non voler apprendere dai propri errori, peccato capitale di ogni forza che vuole avere un futuro.

 Una nuova Sinistra non esisterà, se non avrà fatto i conti con la stagione della Privatizzazione.

 Se non lo farà, comunque si ritroverà con i piedi di argilla, a procedere per espedienti, di cui le leggi elettorali sono la più guicciardiniana traduzione.

Come ora.

Pensare di ricostruire la Sinistra su categorie eminentemente sociologico-psicanalitiche come il rancore, l’odio, la paura, la solitudine, -la cultura del Censis, per intenderci – ecc fa un po’ sorridere. Come se non fosse già bastata la melassa edulcorata di I Care.

 La politica è scontro, lotta, battaglia, consapevolezza di dove passa la linea del fronte.

 Andrebbe, tutto ciò,  detto anche alle Sardine. Specie ai giovani in procinto di diventare adulti.

La promessa di cambiare tutto è la miglior confezione del non cambiare niente.

La forza della Sinistra del futuro dipenderà da quanto invece sarà approfondita l’analisi della stagione della grande Privatizzazione. Da quale lezione sapremo trarne.

L’immagine del crollo del Ponte Morandi simbolizza ad un tempo un significato ed un ammonimento.

 

* Già segretario confederale della CGIL nazionale, autore del libro Neosocialismo, Ediesse 2019

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