Il Partito Comunista Francese sullo sciopero contro riforma delle pensioni

Il Partito Comunista Francese sullo sciopero contro riforma delle pensioni

Pubblichiamo il comunicato del Partito Comunista Francese sulla mobilitazione nazionale del 17 dicembre, 13° giorno dello sciopero a oltranza contro la riforma delle pensioni di Macron. 

Una mobilitazione storica: il governo deve ritirare la sua riforma prima delle vacanze di Natale !

La mobilitazione di questo 17 dicembre contro il progetto di riforma Macron ha superato quella del 5 dicembre e ha raggiunto un livello storico, eccezionale.

I salariati che hanno scelto di manifestare, nonostante le manovre di divisione condotte dal Primo Ministro e dal suo governo, sono sempre più numerosi: operatori sanitari e dell’istruzione nazionale, vigili del fuoco, lavoratori dei trasporti, dei porti, delle compagnie energetiche, della chimica, del commercio, del servizio civile, studenti …. la lista è lunga e supera di gran lunga quella dei regimi speciali !!
Ovviamente, dopo la sua presentazione da parte del Primo Ministro, i francesi hanno compreso appieno le conseguenze di un tale piano pensionistico: meno pensioni, un’ulteriore arretramento dell’età pensionabile. .. e sempre più sacrifici per il mondo del lavoro nel suo insieme. Loro hanno percepito che la pensione secondo E. Macron ed E. Philippe, era prima di tutto un mercato formidabile per il mondo della finanza e delle assicurazioni (320 miliardi di euro), così caro all’ex alto commissario per le pensioni.
Il Primo Ministro non ha altra scelta che ritirare il suo progetto e aprire vere trattative con le organizzazioni sindacali e un dibattito politico in tutto il Paese, se non vuole correre il rischio di aggravare la crisi che attraversa il nostro Paese poco prima del celebrazioni di fine anno.
Il PCF, da parte sua, intende continuare e amplificare la mobilitazione in tutto il paese, continuare a spiegare gli effetti dannosi della riforma Macron e dimostrare che una buona riforma del nostro sistema pensionistico di solidarietà è possibile e necessaria, senza prolungare il tempo di lavoro dei salariati.
Questo è il significato della proposta dei comunisti indirizzata al Primo Ministro e alle forze sindacali (accessibile sul sito Pcf.fr):
Far sì che le entrate finanziarie delle imprese contribuiscano allo stesso livello dei dipendenti (31 miliardi), garantendo una rigorosa parità retributiva tra donne e uomini (quasi 9 miliardi), aumentando il salario minimo del 20% (3 miliardi) consentirebbe di correggere le carenze del sistema e offrire nuovi diritti a tutti i salariati: partire da 60 anni con una pensione calcolata nei 10 anni migliori (e negli ultimi 6 mesi per gli insegnanti), garantire a tutti che nessuna pensione sia inferiore allo SMIC (salario minimo) …
I comunisti in tutto il paese intensificheranno gli sforzi per avanzare queste proposte in un dibattito pubblico con i nostri concittadini. Saranno anche dalla parte di tutti i salariati in lotta, nelle forme che loro decidono democraticamente.
Prenderanno anche tutte le iniziative per lavorare con le altre forze della sinistra e ecologiste su proposte comuni, in connessione con le organizzazioni sindacali, per dimostrare che altre scelte, portatrici di progresso, sono possibili.


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