Contro la repressione in Cile, Rifondazione Comunista protesta davanti all’ambasciata cilena a Roma

Contro la repressione in Cile, Rifondazione Comunista protesta davanti all’ambasciata cilena a Roma

Almeno 22 morti, più di 2000 arrestati, centinaia di feriti. Queste le cifre della repressione scatenata dal presidente neoliberista Piñera contro la protesta popolare. Eppure la maggioranza del parlamento europeo (Pd compreso) ha rifiutato la richiesta di discutere sul Cile e la Mogherini non ha trovato di meglio  che attaccare il Venezuela. L’Italia e l’Ue non vedono i militari che sparano nelle strade quando si tratta di un governo amico degli USA e del capitalismo finanziario. Chiediamo che il nostro paese richiami l’ambasciatore e che chieda la fine dello stato di emergenza, del coprifuoco e la liberazione degli attivisti arrestati. Stamattina siamo andati davanti all’ambasciata cilena a Roma per esprimere la nostra indignazione verso un presidente che ha scatenato i militari come ai tempi di Pinochet. Rifondazione Comunista invia il proprio messaggio di solidarietà al popolo cileno che con un enorme sciopero generale dopo decenni di neoliberismo è tornato a percorrere i viali della libertà e della giustizia sociale contro le oligarchie capitalistiche dominanti. Il Cile è stato il laboratorio più avanzato delle politiche neoliberiste e la ribellione sociale in corso è figlia della polarizzazione sociale creata da un sistema fondato sulla disuguaglianza crescente. Il modello contro cui si ribellano i cileni è quello che si cerca da 30 anni di imporre in Europa smantellando welfare e diritti dei lavoratori. In Cile stanno lottando anche per noi.
Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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