Ergastolo ostativo: sentenza Corte costituzionale conferma nostra storica critica a norma emergenziale

Ergastolo ostativo: sentenza Corte costituzionale conferma nostra storica critica a norma emergenziale

Il PRC-SE esprime grande soddisfazione per la sentenza della Corte costituzionale sull’ergastolo ostativo - così dichiarano il Segretario nazionale Maurizio Acerbo e il Responsabile nazionale Giustizia Gianluca Schiavon – che ha ritenuto incostituzionale l’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario nella parte in cui prevede per i reati lì indicati la inconcedibilità dei permessi premio ai condannati che non collaborano. Dal 1992 abbiamo sempre criticato e non condiviso una norma la cui incostituzionalità ci è sempre apparsa evidente.  
Il Giudice delle leggi riafferma che per nessun reato, e soprattutto per nessun reo, può essere permesso il fine pena mai come dispone il dettato dell’art. 27 comma II della Costituzione. Cade inoltre, giustamente, la presunzione assoluta di pericolosità sociale per i soggetti che hanno commesso quei reati.
La pena, al di là della propaganda, deve sempre essere comminata all’individuo e parametrata al fatto illecito e alla sua personalità per risocializzarlo. E non si può chiedere a un reo di barattare la propria condizione carceraria con la collaborazione attiva, sinonimo di delazione.
La criminalità organizzata e il terrorismo non si combattono facendo “marcire in cella” tutti coloro che, anche con ruoli marginalissimi, vi si avvicinino. Nessuna pena sia contrappasso disumano al delitto, ma sprone ad evitarne di nuovi.
Spiace, anche se non stupisce, che questo Parlamento non svolga il ruolo di legislatore, sempre più svolto, in materia di giustizia, dalla Corte costituzionale con le sentenze additive.

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