Benvenuto a Giancarlo Scotoni

Benvenuto a Giancarlo Scotoni

Caro segretario,

qualche amico mi sollecita a scriverti in occasione della richiesta di iscrizione al Partito della Rifondazione Comunista che ho fatto di recente. Lo faccio volentieri anche se preferirei limitarmi alla cordialità che provo scrivendo queste poche righe e che è il riflesso della stima e della considerazione per le attività del partito che sono cresciute durante un anno e mezzo e (soprattutto in transform!italia), con –da parte mia- collaborazioni e condivisioni, ascolto delle consonanze e delle dissonanze, rispetto per un patrimonio collettivo ricco  e complesso. Dunque c’è in primo luogo il semplice e naturale desiderio di dare una cornice all’impegno positivo che si è realizzato e di questo ringrazio le compagne e i compagni con cui ho lavorato:  non solo quelli di Rifondazione, ovviamente.

Questo periodo di impegno ha in parte coinciso con il tormentato svolgersi del dibattito politico “a sinistra” e ha compreso le campagne elettorali per le regionali e per le europee, e così quel bisogno semplice e naturale di una cornice si è nutrito anche di almeno due elementi esterni. Da un lato c’è stato l’incontro con il bisogno di tante e tanti che chiedono continuità e riconoscibilità di punti di riferimento, dall’altro c’è la riflessione delle necessità che vengono espresse dall’ampio ventaglio delle lotte, locali e globali. Certo non ci sono risposte semplici a queste richieste, ma sono con voi nel rifiuto di pensarle come le conseguenze di una condanna eterna e ancor di più nel rifiuto dell’idea di aggirarne il senso rimpolpando di volta in volta uno o l’altro fattore di rappresentanza. Per questo ho apprezzato l’azione del PRC che, nella politica in quanto dominio del possibile, si è speso con generosità e lucidità per promuovere spazi e processi politici credibili aldilà e oltre da sè. Credo che questo agire sia consono a quella decisiva e indispensabile tensione a leggere l’attualità dei comunismi, a partecipare alla varietà dei conflitti e a qualificare l’azione politica come servizio rivolto alla liberazione.

Di fronte alle complessità che ci interrogano poco si può fare individualmente soprattutto per chi come me è un compagno vecchio che si scopre di continuo nuovi pregiudizi e nuovi torpori; ma certo ha senso battersi per tenere aperti degli spazi, dei riferimenti, un patrimonio di saperi e quel pizzico di realismo che ci consente di volere l’impossibile.

Sono certo che il lavoro che faremo assieme sarà utile; ma la cosa che mi fa più piacere in questa scelta -che per essere individuale è nata nel collettivo- è la consonanza tra le ragioni politiche e la qualità delle relazioni che mi offre e che mi rappresenta le ragioni della spinta al cambiamento.

Un sorriso e un abbraccio

Giancarlo Scotoni

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La risposta del segretario nazionale Maurizio Acerbo:

Caro Giancarlo,

ti ringrazio per la bella lettera, i suoi contenuti e soprattutto per la scelta di iscriverti a Rifondazione Comunista. Cercare di fare con realismo cose impossibili è la fissazione dei comunisti.

Maledettamente difficile e a volte assai frustrante se non si coltivano nella lotta impari relazioni umane ricche e generose.
Continuiamo a insistere.
Maurizio Acerbo

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