Il compagno Eddy Salzano

Il compagno Eddy Salzano

di Maurizio Acerbo

Ci rattrista immensamente la notizia della scomparsa di Edoardo Salzano. Non è stato solo un grande urbanista, ma uno dei più importanti intellettuali militanti della sinistra italiana, un compagno che non ha mai smesso di battersi contro la speculazione edilizia e il consumo di suolo, lo strapotere della rendita, la mercificazione della città e del territorio. Un comunista e ambientalista che ha contrastato dagli anni ’80 il progressivo affermarsi del neoliberismo che si è aggiunto agli storici vizi del nostro paese che mai si è dato una seria riforma urbanistica. E’ stato un protagonista del dibattito politico – culturale e delle battaglie civili e sociali per decenni. Non si è mai lasciato imbalsamare e anche da pensionato ha conservato una vitalità da attivista di movimento creando un sito Eddyburg che è diventato un essenziale punto di riferimento per l’urbanistica e l’ambientalismo ma anche la riflessione sulla sinistra e l’odierno capitalismo, un motore di campagne, consapevolezza, socializzazione dei saperi. Una sacca di resistenza – per dirla con parole zapatiste – che ha messo a disposizione competenze e fatto circolare materiali al servizio delle lotte in difesa dei beni comuni per anni. Ricordo che fu fondamentale per fermare la famigerata legge Lupi ma purtroppo la proposta di legge urbanistica che aveva elaborato con il gruppo di Eddyburg – tra cui cito Vezio De Lucia e Paolo Berdini – non fu approvata dalla successiva maggioranza di centrosinistra. Ebbi l’onore su loro indicazione di esserne relatore in commissione ambiente nella mia brevissima esperienza parlamentare, ma purtroppo quello che sarebbe diventato il PD l’aveva inserita nel programma dopo un incontro con Prodi prima delle elezioni solo in funzione antiberlusconiana mentre in realtà aveva ormai fatto proprio il punto di vista della deregulation.

Mentre nel università e nelle professioni regnava il cinismo postmoderno, Salzano ha messo in rete il meglio dell’urbanistica di sinistra del nostro paese consentendo l’incontro con nuove generazioni e fornendo strumenti per chi nei territori ha cercato di resistere. 

Al contrario della media degli intellettuali italiani di cui denunciava il “tradimento” citando Benda, Salzano non solo ha messo le sue competenze al servizio dei cittadini. delle comunità locali e delle lotte ma ha tenuto posizioni coerentemente di sinistra e di netta rottura con il centrosinistra sostenendo il tentativo del Brancaccio e poi Potere al popolo. Il suo giudizio lo espresse in un intervento nel 2017: “La “sinistra” di cui disponiamo non ha compreso, e non è stata quindi capace di combattere, le quattro tragedie dominanti di oggi: la globalizzazione capitalistica, lo sviluppismo, le migrazioni, la disoccupazione. Agli occhi di molti ne è stata anzi complice. Com’è possibile allora che abbia credito chi si propone un’aggregazione di tutti quelli che hanno sbagliato (e continuano a sbagliare?).
L’errore di fondo della sinistra è stato quello di non aver compreso che per contrastare quelle tragedie con qualche efficacia, e con quel tanto di fiducia nell’avvenire che è necessario per alimentare la speranza, era necessario fare esattamente l’opposto di quello che si stava facendo. Occorreva riprendere la lotta per il superamento integrale del capitalismo, e non consumarsi in qualche guerriglia contro l’una o l’altra delle sue incarnazioni. Lottare per un’altra economia in un’altra società. Una prospettiva comunista? Forse, ma non solo parolaia.
Nessuno può pensare che sia possibile camminare in questa direzione con i protagonisti, e con le residue o restaurate sigle, della sinistra inutile che popola i palazzi e i palazzetti del potere.”
Ci mancherà un compagno come Eddy Salzano.

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Francesco Erbani, Addio a Edoardo Salzano, maestro dell’urbanistica italiana 

Vezio De Lucia, Addio a Eddy, «ragazzo di bottega di una scuola di profeti»

Si è spento il 23 settembre 2019  a Venezia Edoardo Salzano, per tutti Eddy, urbanista, studioso di città e di politica che ha formato decine di urbanisti e intellettuali.

Era nato a Napoli nel 1930 nella casa del nonno, il generale Armando Diaz. Sapevamo che stava male ma anche stavolta eravamo certi che avrebbe superato la crisi continuando come sempre a essere disponibile, disinteressato alle convenienze personali, inguaribilmente ottimista (dum spiro spero, stava scritto sulla sua carta intestata).

Ci sarà tempo per ricordarlo, per ora qualche pensiero. Comincio con le parole che concludono il suo libro più noto, Fondamenti di urbanistica: «Il primato dell’interesse comune sull’interesse del singolo è il principio da assumere come stella polare dell’urbanistica». L’interesse pubblico ha guidato la sua lunga attività di urbanista, coerentemente vissuta in tante forme diverse.

Da amministratore, prima al consiglio comunale di Roma, con Aldo Natoli e Piero della Seta, poi a Venezia, dov’è stato assessore all’urbanistica; da progettista, e ricordo solo il piano paesaggistico della Sardegna; da professore di urbanistica, alla Sapienza e all’Iuav; da presidente dell’Inu e da fondatore e direttore di urbanistica informazioni (prezioso mensile dell’Inu); da saggista, a cominciare dal fondamentale Urbanistica e società opulenta del 1969, a decine di altre libri, a un numero sterminato di articoli. Fino alla scoperta di internet, del Web, e quindi di eddyburg, il sito al quale dal 2003 ha dedicato il meglio della sua energia e della sua intelligenza, facendolo diventare lo strumento più diffuso nel nostro Paese da chi si occupa di urbanistica, di città, di paesaggio.

Sulla testata campeggiano le parole Urbs, Civitas, Polis (la città fisica, la società che la vive, la politica che la governa), e si legge che il sito tratta di «argomenti che rendono bella, interessante e piacevole la vita di alcuni e difficile, tormentata, disperata quella di altri».

Grande spazio è occupato da Venezia, di cui Salzano, da amministratore prima, da studioso e attivista poi, è uno dei massimi conoscitori, consapevole che la città e la laguna sono tutt’uno, simul stabunt simul cadent. E fu tra i primi, più di trent’anni fa, a imporre rigorose regole urbanistiche (cancellate dalle successive amministrazioni) alla devastante penetrazione del turismo in ogni brandello dell’edilizia storica.

Ma la sua dimensione suprema è stata la politica. La politica ha racchiuso in sé la sua filosofia di vita, la ricchezza e la complessità dei suoi interessi: la prima cosa che ci ha insegnato è che l’urbanistica è politica, senz’altra qualificazione.

Ha cominciato giovanissimo, con Franco Rodano, Claudio Napoleoni e il gruppo di cattolici, comunisti ed ex democristiani (da Tonino Tatò a Mario Melloni, Ugo Baduel, Giancarlo Paietta, Marisa Rodano, Lucio Magri, Giuseppe Chiarante).

Ha scritto di sé «ragazzo di bottega di una scuola di profeti». Su Dibattito politico, la prestigiosa rivista fondata da alcuni di loro, Eddy scrisse lunghi e complessi articoli, non solo di urbanistica, addirittura sulla politica agraria dell’Urss.

Ha continuato fino alla fine a dichiararsi comunista, ad avere lo stile del comunista (Rossana Rossanda ha scritto che i comunisti sono stati gli ultimi ad avere uno stile). Negli ultimi tempi, con la compagna Ilaria, ha militato in Potere al popolo.

Nel giugno scorso, in sedia a rotelle, all’ultima affollata manifestazione contro le grandi navi, è stato travolto da un applauso che non finiva mai.

Ciao Eddy, fratello mio.

Paolo Berdini, L’urbanista della città bene comune

Con Eddy Salzano se va un baluardo dell’urbanistica pubblica. La sua stagione di vita culturale è stata infatti segnata dal periodo in cui le città e il territorio erano al centro dell’interesse della politica. Laureato a Roma nel 1957, si era impegnato fin da subito nella politica romana come consigliere comunale del Partito comunista italiano. In quegli anni approfondisce il pensiero teorico scrivendo Urbanistica e società opulenta (1969), che formò urbanisti e alimentò il dibattito culturale in Italia e nella Roma della Rivista Trimestrale di Franco Rodano e Claudio Napoleoni.

Alla formazione dedica anche i successivi anni. I corsi di urbanistica nell’università di Venezia e i sistematici volumi, come Fondamenti di Urbanistica o la preziosa collana Amministrare l’Urbanistica da lui diretta per conto della Lega delle Autonomie che toccò tutti i temi della cassetta degli attrezzi di un buon amministratore.

Nella Venezia degli anni ’80 amministrate da giunte di centro sinistra, Salzano si cimenta anche nella concreta gestione della città come assessore all’urbanistica. Guarda lontano e fa approvare un piano urbanistico di tutela dell’intera città. Dal 1983 al 1991 diviene presidente dell’Istituto nazionale di Urbanistica.

Anche in questo caso, mette al centro la formazione culturale e la divulgazione dei temi della città e del territorio, fondando Urbanistica informazioni, punto di riferimento per una generazione di amministratori pubblici e tecnici. Eddy è dunque il punto di riferimento della cultura urbanistica della sinistra negli anni dell’avanzata politica e culturale.

Il trionfo del neoliberismo degli anni ’90 provocò in breve tempo una rottura violenta di questo insieme di azioni. All’interno dell’INU prevalse la cultura della negazione dell’urbanistica. Lo scontro si concluse con la sconfitta di Salzano che dovette abbandonare la presidenza. Fu privato addirittura della direzione della rivista: della sua azione non doveva restare traccia. Il suo fondamentale piano urbanistico di Venezia, costruito insieme al compianto Gigi Scano, fu gettato alle ortiche dalle successive amministrazioni progressiste guidate da Massimo Cacciari. In quel decennio, la sinistra di governo passò dal periodo delle grandi elaborazioni e della spinta ideale ai “piani casa”. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la fine del governo pubblico delle città e il trionfo della proprietà fondiaria.

E si trova in questo momento cruciale tutta la genialità e le qualità di Salzano. In quel periodo buio non ebbe infatti mai dubbi o ripiegamenti e si dedicò senza sosta all’ultimo capolavoro. A cavallo degli anni 2000, nella sua stanza di Dorsoduro ideò Eddyburg, uno straordinario sito, unico nel panorama europeo che parla di città, di territori, di benessere sociale e che da quasi venti anni ha preservato i principi dell’urbanistica pubblica.

Il metodo Salzano, che antepone gli interessi collettivi a quelli dei gruppi dominanti, ha colmato il vuoto lasciato dal crollo della sinistra di governo. Non per nulla, nel suo ultimo periodo Eddy collaborò a più riprese con tutti i tentativi di dare vita a schieramenti di sinistra in Italia e fu punto di riferimento dei tanti comitati che, a partire da Venezia, si battono per la città come bene comune.

La commemorazione laica si terrà mercoledì 25 settembre, alle ore 15, presso la sede di Ca’ Tron dell’Università IUAV di Venezia, Santa Croce 1957.

Dalle 12 alle 14 sarà possibile un ultimo saluto a Eddy, presso la camera ardente dell’ospedale civile di Venezia. Niente fiori ma, per chi vuole, una donazione all’Associazione eddyburg (bonifico su c/c IBAN IT03N0501812101000012375168).


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