Rifondazione Comunista: pessimo esordio ministra Bellanova su CETA
Pubblicato il 10 set 2019
Avevamo ragione ad essere preoccupati da altro che non fosse il vestito o il titolo di studio della Bellanova e le dichiarazioni sul CETA confermano tali preoccupazioni. La neo ministra arriva addirittura ad azzardare un accostamento tra i “porti chiusi alle disperazioni” e quelli “chiusi alla contraffazione”, facendo credere che l’accordo commerciale UE-Canada sia lo strumento per evitarli, dimenticando forse il record del 49% della produzione di falsi grana e parmigiano in Canada che è salita a ben 848mila chili, rispetto all’anno precedente, l’ultimo prima dell’entrata in vigore del Ceta del 21 settembre 2017.
Un precedente disastroso che è stato riproposto dall’Unione Europea negli altri accordi successivi, da quello con il Giappone a quello con il Messico fino al negoziato con i Paesi del Mercosur che sono grandi produttori di formaggi italiani contraffatti.
Ma la contraffazione alimentare è solo una delle tante criticità di questo accordo, criticità che abbiamo sempre evidenziato e denunciato e che vanno dall’assenza di strumenti vincolanti nei capitoli “ambiente e sviluppo sostenibile”, al meccanismo giudiziario della ICS, tribunale a tutela delle multinazionali, passando per OGM ed aumento delle emissioni.
Il CETA va bloccato e non ratificato, siamo con le associazioni ed i comitati che da anni si battono per contrastare questo commercio predatorio. .
Roma, 10 settembre 2019
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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