La timida riforma dei decreti Salvini contro migranti e ong

La timida riforma dei decreti Salvini contro migranti e ong

di Carlo Lania

Rimettere mano ai decreti sicurezza tenendo conto delle osservazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma neanche una parola a proposito della necessità di arrivare finalmente a una nuova legge sulla cittadinanza, sulla mancata approvazione della quale il Pd a suo tempo aveva pure fatto autocritica ma sopratutto attesa da un milione di giovani italiani figli di immigrati.

La conferma di quanto l’immigrazione rappresenti ancora una spina nel fianco del prossimo governo giallorosso sta proprio nella vaghezza con cui il tema viene affrontato nella bozza di programma presentata ieri. Al punto 15 si parla infatti della necessità di coinvolgere l’Europa nella gestione dei flussi migratori «anche nella definizione di una normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e all’immigrazione clandestina» e che tenga conto della necessità di integrazione. Non c’è governo che in passato non si sia impegnato a combattere le organizzazioni criminali che lucrano sulle traversate del Mediterraneo finendo poi col colpire soprattutto i migranti e il fatto che si sia voluto specificare che nel mirino del prossimo esecutivo ci sia anche «l’immigrazione clandestina» fa pensare che, almeno sotto questo punto di vista, le cose non cambieranno. Per quanto riguarda l’Europa, poi, Giuseppe Conte ha più volte ricordato la necessità di arrivare a una modifica del regolamento di Dublino ma il premier dovrebbe sapere che già da due anni il parlamento europeo ha varato un’ottima riforma che risponde perfettamente alle esigenze italiane e che attende solo di essere esaminata dal Consiglio europeo.

Restano i decreti sicurezza. La bozza non spiega se le modifiche alle quali si fa accenno riguarderanno entrambi i provvedimenti voluti dall’(ormai) ex ministro dell’Interno Matteo Salvini o solo il secondo. Per il decreto bis dal Colle sono arrivate pochi ma decisamente significativi rilievi indicati in una lettera inviata lo scorso 8 agosto alle Camere. A partire dal fatto che, come ricorda il presidente, nonostante quanto previsto dal decreto per chi va in mare resta l’obbligo di salvare i naufraghi. Altra modifica dovrebbe riguardare le sanzioni per le navi che non rispettano il divieto di ingresso nelle acque territoriali. La multa prevista varia da 150 mila un milione di euro. Troppo per Mattarella, che ha ricordato come una recente sentenza della Consulta abbia stabilito che sanzioni così alte sono paragonabile a una sentenza penale. L’ultimo rilievo riguarda la seconda parte del decreto dedicata all’ordine pubblico e in particolare la norma che consente ai gidici di non applicare la «tenuità del fatto» in caso di di reati ai pubblici ufficiali.

Nessun accenno al primo decreto sicurezza, che pure contiene l’abrogazione della protezione umanitaria, la riforma del sistema Sprar e il divieto per i richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe dei Comuni. Punti sui quai almeno per adesso il Pd non pare voglia intervenire. Sembra sicura invece, la revisione della legge Bossi-Fini sull’immigrazione che trova d’accordo anche il M5S.

il manifesto, 4 settembre 2019


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