Perché tanta paura della verità?

Perché tanta paura della verità?

Alla vigilia della riunione della seconda sezione del  Supremo Tribunale Federale  che il 25 giugno deve riprendere l’esame della richiesta di habeas corpus dell’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva presentato dagli avvocati della difesa nel novembre 2018, dal commissariato di polizia di Curitiba in cui è recluso dopo un processo in assenza di prove da oltre un anno, Lula scrive all’ex ministro della difesa e degli esteri Celso Amorim dei governi presieduti da lui stesso e da Dilma Rousseff una lettera intensa rivendicando la propria innocenza, denunciando l’arbitrio al quale è stato sottoposto e esprimendo la sua preoccupazione per la situazione di impoverimento dei ceti popolari e di decadenza internazionale del paese.

 

“Perché tanta paura della verità?” scrive Lula il 24 giugno 2019

Mi scuso per la lunghezza, ma a partire dal 9 giugno il Brasile vive un periodo molto movimentato. In quella data il blog The Intercept Brasil di Glenn Greenwald ha iniziato a pubblicare lo scambio di messaggi all’interno della Operazione Lava Jato che ha portato alla incarcerazione dell’ex presiente Luiz Inácio Lula da Silva e alla elezione completamente manipolata  dell’ottobre 2018  di Jair Bolsonaro. Che a partire dal marzo 2016 il Brasile sia stato bersaglio di un insieme di colpi di stato che hanno minato lo stato di diritto è fatto sul quale non possono esistere dubbi. Ma la documentazione puntuale e corposa delle azioni degli esecutori materiali degli stessi e degli  specifici   crimini compiuti ha conseguenze dirette sulla legittimità dell’attuale esecutivo e di quello precedente di Michel Temer. Gli esecutori del golpismo in questa fase sono identificati in specifico in magistrati  della Operazione Lava Jato, mentre rimane non identificato l’insieme di poteri e interessi interni e internazionali ispiratori e sostenitori del golpismo stesso. Enorme è la responsabilità per omissione o manipolazione del Supremo Tribunale Federale/STF. Mi permetto di soffermarmi su questi aspetti in quanto non è solo in Brasile che il potere giudiziario travalica o umilia il proprio obbligo istituzionale minando la divisione dei poteri; per questo ritengo che le forze democratiche non solo brasiliane debbano essere molto riconoscenti al lavoro di svelamento che The Intercept sta realizzando. Aggiungo che è bene essere vigili sugli interessi internazionali che si sono inseriti nel golpismo, guardando ognuno alle possibili connivenze del proprio paese.

In questo contesto il governo brasiliano cerca in tutti i modi di imporre una riforma previdenziale antisociale ed antieconomica.   L’attuale presidente Bolsonaro difende il Ministro della giustizia Moro già giudice che ha condannato Lula senza prove e che dalle informazioni di The Intercept risulta il coordinatore dell’eversione giudiziaria; si avvicina in modo sempre più stretto alle milizie particolarmente forti a Rio de Janeiro; si lega in modo appariscente ai movimenti neopentecostalisti i cui dirigenti hanno avuto un ruolo importante nell’appoggio elettorale alla sua persona,  hanno diversi ministri e sostengono l’istigazione all’odio che caraterizza tutta la comunicazione del governo Bolsonaro. La resistenza si esprime in molte mobilitazioni la principale delle quali è stato lo sciopero generale del 14 giugno.  

Traduco e documento i seguenti punti: 1) momenti della informazione pubblica dei documenti di The Intercepti (peraltro consultabili su sito brasiliano e statunitense) su Lava Jato; 2) la partecipazione di Bolsonaro alla 27a  Marcha para  Jesus  della Igreja Apostólica Renascer em Cristo nel giorno di corpus domini 20 giugno; 3) il documento unitario dei sindacati sullo sciopero generale del 14 giugno. Infine invito a leggere con attenzione 4) l’importante documento di papa Francisco sul sinodo dell’Amazzonia.

 

1) Provo a mettere in ordine cronologico, attraverso informazioni tratte dal blog Jornal GGN del giornalista Luis Nassif, economista e buon conoscitore del potere giudiziario,  alcuni momenti  del dipanarsi dello svelamento in corso, grazie alla documentazione di The Intercept, dell’ eversione attiva che ha minato le basi istituzionali ed economiche del Brasile a partire dal 2016.

 

The Intercept rivela conversazioni private fra  Dallagnol (procuratore coordinatore del gruppo di lavoro della Operazione Lava Jato) e Sergio Moro (giudice della stessa)

Domenica 9 giugno il sito ha pubblicato tre servizi che documentano discussioni interne e legalmente dubbie del grupo di lavoro della Lava Jato, guidata da Deltan Dallagnol, in collaborazione con Sérgio Moro, attuale ministro della Giustizia.

Il materiale ( che riunisce chats che occupano 1.700 pagine) è stato inviato da una fonte anonima e rivela comportamenti antietici e trasgressioni in serie. Il sito considera che tali rivelazioni siano importanti per le molte conseguenze delle indagini della Lava Jato per il paese, che coinvolgono anche leaders internazionali.

Le verifiche fatte da The Intercept rivelano molto, come il fatto che i procuratori della Lava Jato parlavano apertametne sul loro desiderio di impedire la vittoria elettoriale del PT/Partito dei lavoratori e operavano con decisione in questo senso. Mostrano anche che Sérgio Moro, in posizione di giudice, ha collaborato in modo segreto e antietico con i procuratori per aiutare a costruire l’accusa contro Lula.

The Intercept per motivi di sicurezza conserva l’archivio fuori dal Brasile.

Fonte: Jornal GGN – 09/06/2019

Come funziona nella Lava Jato la collaborazione fuga di notizie-notizie apocrife

di Luis Nassif

Questo è stato uno degli stratagemmi adottato dalla Lava Jato nella sua collusione con la stampa, prima della era delle fake news. Così si capisce la serie di notizie manipolate di riviste come Epoca o Veja.

The Intercept rivela conversazioni  private fra  Dallagnol e Sergio Moro

Fondamentalmente i messaggi ‘perduti’ rivelano che l’ex giudice di prima istanza della Lava Jato – 13ª sezione federale di Curitiba –Sérgio Moro ha indirizzato  le indagini del Ministero Pubblico Federale e della Polizia Federale, in particolare nei casi che coinvolgevano l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva con il chiaro obiettivo di garantire la sua condanna e l’espulsione definitiva del Partito dei Lavoratori/PT dalla scena politica brasiliana.

In scambi verbali con il procuratore della Repubblica e coordinatore della Lava Jato, Deltan Dallagnol, Moro ha dato  consigli, anticipato decisioni e richiesto azioni del gruppo di lavoro.

Genn: VazaJato* é più grande che l’ archivio  Snowden e riguarda molte persone oltre a  Moro

(* vazar  significa strabordare, perdere, trapelare. Già durante il “processo” (?) a Lula, di fronte alle continue fughe di notizie il gioco di parole era utilizzato. Adesso è termine corrente per ricordare in ogni momento la frode che ha trasformatao la Lava Jato in Vaza Jato, appunto)

Per il giornalista di The Intercept, Moro si è comportato come un procuraore, non come un giudice, e questo mette in scacco tutte le sue decisioni, che vanno al di là dei casi che coinvolgono Lula.

Fonte: Jornal GGN – 10/06/2019

Marco Aurélio: un giudice dialoga com un PM in “modo pubblico e traparente”, non via Telegram

” Tutti siamo contro la corruzione, ma non con guerra a ferro e fuoco. Se vi è stato un accordo di atti, fra Ministero pubblico e giudice, allora c’è davvero qualche cosa di grave”, ha dichiarato il ministro del STF/Supremo Tribunale Federale

Jornal GGN – 11/06/2019

#VazaJato: “In Fux we trust”, dice  Sergio Moro in um nuovo messaggio

In um nuovo messaggio trasmesso da poco da Leandro Demori, editore di The Intercept Brasil, a Reinaldo Azevedo (giornalista della Folha de São Paulo), Dallagnol dice (in inglese…) di avere l’appoggio del ministro del STF e festeggia con Moro.

Jornal GGN – 12/06/2019

Flávio Dino: è inaccettabile il “collegamento clandestino” fra Lava Jato e americani

L’ex giudice federale e governatore di Maranhão afferma che Sérgio Moro e Dallagnol hanno mercanteggiato il paese.

Jornal GGN- Uno dei pezzi di conversazioni fra l’ex giudice Sérgio Moro e il coordinatore della operazine Lava Jato, Deltan Dallagnol, divulgato mercoledì 12 giugno dal sito The Intercept Brasile rivela un collegamento non ufficilizzato fra il gruppo di lavoro della Lava Jato e organi degli USA.

Il colloquio del 31 agosto 2016 (tra l’altro il giorno della deposizione anticostituzionale della presidente Dilma Rousseff da parte del Senato) indica che i procuratori chiesero la cooperazione delle autorità nordamericane per arrestare l’avvocato brasiliano Tecla Duran. Dallagnol spiega che tutte le indagini della Lava Jato erano state rinviate, fino al momento in cui uscisse la denuncia contro l’ex presidente Lula, fatta eccesione per l’operazione Dragão, legata a Tecla (mai ascoltato durante il processo). Questo perché dipendevano dal “collegamento con gli americani”.

“Nei processi giudiziali non si può fare cladestinamente ‘collegamento con gli americani’. Esiste una procedura legale per rendere questo ‘collegamento’ possibile. Siamo in presenza di mercanti della Patria. Si mascherano di verde-giallo (i colori della bandiera brasiliana) per nascondere le loro azioni antinazionali”, ha scritto Flávio Dino in una rete sociale. (La importantissima base militare di Alcantara che è stata aperta dal governo golpista antinazionale di Michel Temer agli americani si trova proprio nello stato di Maranhão…)

Jornal GGN – 13/06/2019

L’appoggio di FHC/Fernando Henrique Cardoso (ex presidente) alla Lava Jato mirava a acquisire sicurezza

di Lilian Milena

The Intercept mostra che il gruppo di lavoro fece finta di inquisire FHC per mostrare “imparzialità”; Moro addiritura riprese i procuratori per “importunare qualcuno  di importante” come appoggio.

Jornal GGN – 18/06/2019

Glenn Greenwald è invitato al  Consiglio di comunicazione sociale per parlare della minacce che riceve

L’udienza è fissata per il 1° luglio, l’iniziativa è partita da un rapresentante della società civile nel Consiglio, l’avvocato Miguel Matos. È anche invitato, il 25  giugno alla Commissione dei diritti umani della Camera per deporre sulle minacce al deputato David Miranda, suo coniuge.

Jornal GGN – 18/06/2019

Moro: “Pensavo che uscendo dalla magistratura gli attacchi (contro di me) sarebbero finiti, ma mi sono sbagliato”

Questa una delle dichirazioni del ministro della Giustizia Sergio Moro in udienza alla quale è stato convocato in Senato il 19 giugno.

Jornal GGN – 19/06/2019

Cosa significa il collassio della “Vaza Jato?”

di Jessé Souza

Glenn Greenwald, con il suo coraggio, ha cambiato la vita della società brasiliana contemporanea. Quello che avremmo scoperto solo quando non avrebbe avuto più alcuna importanza, come l’azione americana nel golpe del 1964, lo sappiamo adesso, quando i furfanti, e sono molti, sono ancora in piena azione. Molto sta ancora per venire a galla, ma tutti già sappiamo la cosa principale: la Lava Jato, il gioiello della corona del posticcio moralismo  brasiliano, è andato alle ortiche. C’è stata una “montatura politica” da parte di servitori pubblici, procuratori e giudici che, per obbligo della loro funzione, avrebbero dovuto essere imparaziali. Riassumendo: hanno tradito il loro paese e la loro funzione in quanto servitori pubblici per ingannare la giustizia e la società. Oggettivamente sono dunque criminali e corrotti. La vera “organizzazione criminale” era nel Ministero pubblico e nel cuore del Potere giudiziario. Semplice. FHC e altri cretini della stessa specie tenteranno di nascondere il sole con un setaccio. Ma non serve. Hai perso, playboy!

Questo vale non solo per Moro e Dallagnol che già sono morti in vita, sebbene ancora non lo sappiano, ma anche per buona parte dell’apparato giudiziaio-poliziale brasiliano coinvolto nella “Vaza Jato”. Il giudice e il giurista non si sono ancora resi conto, ma fra non molto saranno trattati come chi ha un male incurabile e trasmissibile. Se non si libererà di Dallagnol, il MP finirà nella fogna con lui. Se non si allontanerà da Moro, il Giudiziaio perderà la scarsa legittimità che gli resta. Andrà per la stessa strada quel personale giudiziario-poliziale che ha voluto approfittarsi dell’occasione, facendo per la élite e la sua stampa venale  il “lavoro sporco” di eliminare il PT attraverso mezzi non elettorali e appropriarsi, senza freni, dello Stato, delle ricchezze pubbliche e del bilancio pubblico. Dall’alto capo dell’ “accordo”, gli operatori giudiziari si volevano tenere  gli avanzi del banchetto. Intrighi milionari, come il fondo della Petrobras per Dallagnol e la sua banda, e cariche politiche come il posto al STF, per “il minore delinquente/trombadinha della èlite dell’arretratezza”* Sérgio Moro.

* questo è il titolo di un importante recente studio del sociologo Jessé Sousa

Jornal GGN – 19/06/2019

Com l’aiuto di The Intercept la Folha torna a fare giornalismo

di Fábio de Oliveira Ribeiro

Non credo che il giornale della famiglia Frias abbia cambiato di posizione. Forse i responsabili dell’impresa hanno solo preso la decisione di recuperare la credibilità giornalistica.  (L’editorialista della Folha Reinaldo de Azevedo ha iniziato a pubblicare le informazioni che in modo continutivo e ampliandosi giungono da The Intercept. Anche altri giornlisti della grande stampa cominciano ad informare. ).

Jornal GGN 23/06/2019

 

2)Il presidente Bolsonaro ha partecipato alla 27a  Marcha para  Jesus  il 20 giugno 2019 indossando la maglietta (logo Lacoste)  e diffondendo foto insieme alla vescova Sonia e al vescovo Estevan (a destra). Il gesto di Bolsonaro indica l’uso di armi per eliminare il nemico ed è stato utilizzato in tutta la campagna elettorale.

 

 

 

Il 13 giugno Bolonaro aveva preso parte a Belem alla  commemorazione del centottavo anniversario della fondazione dell’Ammenblea di Dio.  Durante culto, Bolsonaro ha espresso il suo appoggio a Moro e ha di nuovo difeso la nomina di un  ministro evangelicale nel STF. “Lo stato è laico, ma io, noi tutti, siamo cristiani”.

 

3) Il 14 giugno vi è stato un imponente sciopero generale dall’importante risultato. Si riporta la dichiarazione congiunta delle centrali sindacali. Inoltre si dà notizia della denuncia della violazione di accordi internazionali da parte del Brasile nel corso della Conferenza annuale dei OIL.

Poco prima, dal 6 all’8  giugno Guararema, São Paulo, nalla Scuola Nazionale  Florestan Fernandes del MST/Movimento dei lavoratori senza terra, il seminario Terra e territorio ha riunito gli esponenti del mondo rurale e contadino e ha divulgato un documento finale Carta Terra, Território, Diversidade e Lutas che può essere consultato (insieme alla documentazione dei lavori) sul sito Brasil de Fato.

Mi permetto di esprimere l’auspicio che il governo italiano in tutte le sue componenti colga la gravità istituzionale della situazione brasiliana e ne tenga il debito conto nella sua politica intenazionale..

 

Le centrali sindacali brasiliane (CTB, CUT, Força Sindical, Nova Central, CSB, CGTB, UGT, Intersindical Central, Intersindical e Conlutas) hanno divulgato nel tardo pomeriggio di lunedì 17 giugno 2019 una nota congiunta in cui valutano “molto positivo” lo svolgimento dello sciopero generale di venerdì 14 giugno e attribuiscono il successo della mobilitazione all’unità di azione del movimento sindacale e dei movimenti sociali.

Testo del comunicato

Le Centrali Sindacali, riunite lunedì 17/6 valutano come molto positivo lo sciopero nazionale realizzato il 14 giugno, che ha realizzato la paralisi in centinai di città e in migliaia di luoghi di lavoro, oltre a iniziative e cortei contro la fine della pensione, i tagli all’educazione e per più lavoro. Il successo della mobilitazione è risultato dell’unità d’azione del movimento sindacale, costruita nel crosod el tempo e rinnovata delle decisioni delle assemblei nei posti di lavoro, in assemblee plenarie per categoria e intercategoriali; e del coordinamento con i movimenti sociali, popolari, studenteschi e religiosi.

 

Questo sciopero, che ha interessato 45 milioni di lavoratori in tutto il paese, è un movimento che avrà continuità, con l’ampiamento dell’unità nella mobilitazione.

 

Il nostro prossimo passo a breve sarà la consegna ai presidenti della Camera e del Senato di una raccolta di firme  contro la proposta della Previdenza del governo, con centunaia di migliaia di firmea raccolte in tutto il paese.

 

La nostra priorità sarà, in una riunione fissata per il 24 giugno,  la definizione e la costruzione delle azioni per ampliare la mobilitazione e la pressione contro la confisca dei diritto della Previdenza e della Sicurezza sociale.

Ringraziamo l’impegno di dirigenti, attivisti e militanti, il coinvolgimetno dei movimenti sociali e la copertura di tutta la stampa. D’altro lato respingiamo le iniziative di pratiche antisindacali che mirano a criminalizzare la forza e la lotta dei lavoratori.

Nell’unità costruiamo la nostra capacità di lotta, che sarà continua durante tutto l’iter della PEC/proposta di emenda costituzionale  nel Congresso nazionale.

 

Riunione dell’OIT analizza il Brasile in um clima teso

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro commemora in questo 2019 i 100 anni dalla sua creazione e tiene in questi giorni (10-21 giugno) la sua  108a conferenza a Ginevra. Per il Brasile è una conferenza molto imprtante.

Da pochi giorni l’OIT ha incluso il paese nella lista di casi da valutare per violazioni. L’avvocata Daniela Muradas, vice presiente dell’Associazione Latinoamericana di Avvocati del Lavoro, spiega:

 

Rappresentanti di datori di lavoro e lavoratori che partecpano alla 108ª Conferenza hanno definito la lista di 24 paese denunciati per violazione delle norme internazionali del lavoro che la Commissione di Applicazione della Norme dell’OIT dovrà analizzare. Nella lista, oltre al Brasile, ci sono paesi come Etiopia, Irak, Nicaragua, Algeria, El Salvador, Bolivia e Serbia.

Fra i temi da analizzari ci è il non rispetto della Convenzione nº 98, relativa all’applicazione dei principi del diritto di organizzazione e di negoziazione collettiva, adottata nel 1949 a Ginevra.

L’avvocato Luís Carlos Moro ritiene che in questa conferenza “regna la massima tensione” sul caso del Brasile. Mentre lo scorso anno non si sapevano ancora gli effetti della riforma del lavoro nello scenario brasiliano, e mancavano dato statistici importanti, ora si sa che vi è stata una riduzione del 43% nel numero di norme collettive successive alla riforma rispetto all’anno precedente. “Se il discorso del governo è che ha ampliato le possibilità di negoziazione, la pratica concreta e numerica smentisce questo discorso”, ha aggiunto.

Il 14 giugno l’Associazione Latinoamericana di Avvocati del Lavoro si è pronunciata. Luísa Fernándes Gómez Duque, presidente della ALAL, ha affermato che la riforma v9gente in Brasile e altri progetti sono un chiaro esempio di arretramento di diritti sociali. In seguito, il governo brasiliano ha chiesto la parola per replica, e il rappresntanzte nazionale ha detto, in sintesi, che la modificazione della legislazione corrisponde ad un adattametno della legislazione alla “modernità”.

Fonte: Portal Vermelho Dia: 14/06/2019..

 

4) Infine l’8 giugo 2019 è stato divulgato  il documento denso e complesso Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale che costituisce il testo  preparatorio del Sinodo dei vescovi per l’assemblea speciale per la Regione panamazzonica. Il testo, in diverse lingue, è consultabile sul sito https://press.vatican.va

 

Traduzione e oranizzazione di Teresa Isenburg, 24 giugno 2019. Precendenti articoli sul Brasile su sito www.latinoamerica-online.it


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